martedì 13 dicembre 2022

"Proprio come te": la recensione di Giorgio

Ieri sera il nostro gruppo di condivisione della lettura "L'isola dei lettori" si è incontrato in Biblioteca, e con una bella tazza di tè fumante ha discusso del libro "Proprio come te" di Nick Hornby, riflettendo soprattutto, visto il tema del libro, sulle relazioni.

Non era presente Giorgio, che però ci ha fatto avere una sua bella riflessione: ci piace condividerla con tutti quelli che capiteranno nel nostro blog.

Il prossimo incontro è previsto per il 23 gennaio 2023 alle 21, sempre in biblioteca, per parlare del libro, lettissimo e conosciutissimo, "Cambiare l'acqua ai fiori" di Valerie Perrin. Se per caso lo avete letto e non siete troppo lontani da Breda, segnatevi in agenda la data. 

Differenze di età, di etnia, di classe, di cultura. Direi che l’autore non avrebbe potuto frapporre altri ostacoli all’incontrarsi dei due protagonisti. Il loro avvicinamento, sullo sfondo della Brexit, è costellato di timori, incomprensioni, equivoci e costantemente segnato dall’imbarazzo, una presenza costante nei rapporti sociali della classe media (e non solo) britannica.  E proprio l’imbarazzo mi è sembrato uno degli spunti che alimentano il tratto che più caratterizzano il racconto: l’ironia. L’umorismo lo permea in ogni pagina e contribuisce a dare un certo spessore ai personaggi e, ancora di più, a catturare l’attenzione del lettore. La storia, in sé semplice e leggera, non potrebbe risultare così gradevole se non fosse costantemente irrorata di battute, situazioni al limite del comico, auto ironia ed anche una certa dose di satira politica e sociale.
Non mi sembra manchino gli elementi di realismo, in questo romanzo: e non solo per quanto riguarda la battaglia politica (tanto grossolana nel linguaggio quanto povera nei contenuti) o i rapporti sociali ed etnici, ma anche nel finale della storia che non è né roseo, né tetro. E’ una consapevole ed un po’ malinconica accettazione di quello che la vita offre, inclusa la mancanza di certezze che riguardino sentimenti e futuro. Rammenta, da questo punto di vista, il titolo di un piuttosto ben riuscito film di Woody Allen, ‘L’importante è che funzioni’, in cui il protagonista giunge alla medesima conclusione: accettare quel che la vita sentimentale offre, senza porsi troppe domande sul perché e sul futuro. Non sarebbe soltanto inutile, ma toglierebbe ogni sapore ai brevi istanti ai quali si riduce l’esistenza.

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