giovedì 28 gennaio 2021

Una recensione riflessiva per "L'ultima ricamatrice" di Elena Pigozzi


Una sfilza di generazioni, come una lunga fila di punti su un tessuto, un succedersi di avvenimenti lieti e tristi simili al lento dipanarsi di un filo dalla spola. 

Piano piano i ricami prendono forma, si dispiegano in tutta la loro complessità come la vita di ognuna delle ricamatrici. 

 

“Silenzio e voci. Fare spazio dentro e farci entrare la luce, il vento, le nuvole. 

Farci entrare la vita che è fatta di gesti che si rincorrono e si perdono.

 Che si rinnovano e che tornano in uno sguardo, un volto, un suono.” PAG. 16

 

“Così prese a nutrire la figlia, come si nutre un fiore rinsecchito. 

Dare acqua a poco a poco. 

Dare mele e mandorle e noci. 

E pane e focacce. 

E latte e semolino. E polpette di carne e vino rosso.

E mele caramellate. 

E ogni bendidio di cui erano capaci le sue mani.” PAG.49

 

“Ci si aggrappa alla notte per non cadere giù, nel buio

che invischia di nero. 

Nel nero che diventa oscurità ci si aggrappa 

all’orlo del precipizio. 

E si chiudono gli occhi. 

Allora i sogni si accendono, 

fanno luce nel buio in cui siamo immersi

e scorrono nel tempo segnato dalla luna,

che diventa nebbia, bruma, alba che

schiarisce la sera.” PAG. 91

 

“Ci vogliono carezze dove altri affondano la lama. 

Ci vogliono lacrime a lavare ogni grumo salato. 

Ci vogliono parole piane e lievi 

a togliere il rumore del cuore

che sbatte nelle tempie” PAG. 119

 

“E da allora ricamo, ricamo, ricamo finché non mi

tremano le dita

e devo smettere un po’.

Giusto per alzarmi, avvicinarmi alla finestra

e guardare le nuvole

che nessuno riuscirà mai

a intrecciare in un arazzo di seta pregiata. 

Sospiro, nel tentativo di ricordare i giorni,

ripensare a me,

a chi mi è stato accanto.” PAG.159


Così anche le riflessioni che , pagina dopo pagina, 

continuamente infiorano il testo 

vanno a concludersi, come ogni ricamo. 

E con esse si concludono anche un’epoca e un’arte

che pare priva di avvenire, pur nella speranza che qualcuno

possa riprenderne in mano il filo.

 

Laura Collet

martedì 26 gennaio 2021

Una recensione ad incastro per il breve romanzo "Siro", di Francesco Vidotto

Questa è soprattutto una storia d’amore molto sofferta e con esito imprevedibile, ricavata da un paio di diari scritti da un pastore del Cadore che, pur non avendo frequentato la scuola, aveva imparato a leggere pascolando il gregge sui pascoli alpini.

Ha come sfondo un palcoscenico rappresentato dagli usi e dai costumi di vita di un paese di montagna, tipici della prima metà del Novecento, in parte descritti e in parte resi intuitivamente comprensibili attraverso la narrazione delle vicende.

E’ un ambiente sociale chiuso che ha determinato e condizionato gli eventi, intrecciandosi ad essi.

“Ho imparato a pascolare le greggi ancor prima di dire mamma. Mio padre, il Nane, ha voluto così e io e i miei fratelli abbiamo seguito la sua volontà.” PAG. 15

“Stavo andando ad incontrare alcuni amici in osteria per bere un bicchiere di vin santo della domenica. Il viso della figlia del dottore non riuscivo proprio a cancellarmelo dalla testa.” PAG.38

“Una cosa non volevo con tutte le mie forze: non volevo essere un padre come io l’avevo avuto. Allora l’abbracciai. – Perché piangi. E’ una meraviglia. Un figlio mio e tuo...” PAG. 65

“ Il dottore si voltò nuovamente verso di me. – La gente non saprà un bel niente – disse – e se tu osi parlare con qualcuno di questa faccenda io ammazzo mia figlia e ti garantisco che lo faccio.” PAG. 70

“Io e mio fratello salimmo sui pratoni dell’Antelao e così riprese la mia vita senza particolari scosse. La mattina ci svegliavamo e ammiravamo le pareti rosa delle Marmarole pervase di luce brillante.” PAG. 98

“Nostra madre venne seppellita alla maniera dei poveri. Lucio Dal Col, detto “ marangon” per la sua capacità di menare l’ascia come fosse un arnese di precisione costruì una cassa di assi d’abete e Leone ci regalò un paio di scarpe nuove per lei. Fu Gino a deporre la mamma nel legno e chiudere il coperchio.”

“La guerra finì a primavera inoltrata, a Maggio, con il brulicare della vita. Le nevi si sciolsero e la natura esplose. I nostri paesi di montagna erano intontiti. Camminare tra le case era come passare attraverso le tane delle volpi. Le persone uscivano timidamente, diffidenti, con attenzione. Le donne attendevano che gli uomini ritornassero a casa.” PAG.131

Date, giorni, anni tutti racchiusi in un’agenda che testimonia la fatica del vivere e di accettare un mondo che, imponendo le sue leggi, condiziona e costringe a rassegnarsi e ad accettare.

Laura Collet


mercoledì 20 gennaio 2021

Giornata della Memoria 2021: consigli di lettura

Per la Giornata della Memoria di quest'anno, non potendo accogliervi con vetrine tematiche o altre attività in biblioteca, abbiamo pensato di produrre un video di promozione di alcune opere a tema, recentemente acquistate, e quindi prenotabili e ritirabili in biblioteca.

Desiderando però allungare la lista di consigli, pubblichiamo questo post/bibliografia, sperando di fare cosa gradita.

Per adulti: 

"La biblioteca di Parigi" di Janet Skeslien Charles - Ambientato a Parigi nel 1940, è la storia di Odile, che ha trovato lavoro in biblioteca, uno dei più antichi e prestigiosi del Mondo, realizzando il suo sogno. Odile sa che nei tempi difficili, come durante un conflitto, i nemici credono che lì si annidino la ribellione, la disobbedienza, la resistenza. Tra l'altro, la biblioteca è il primo luogo in cui gli ebrei della città provano a nascondersi. Odile vuole difenderli ad ogni costo, e per farlo si macchia di una colpa che solo lei conosce.

"Le ombre del nostro passato" di Sarah Blake - Il libro racconta la vicenda della famiglia Milton: nel 1935, Ogden e Kitty sono una coppia ricca e felice che vive a New York, anche se Ogden viaggia spesso in Germania per lavoro. Le acciaierie tedesche finanziate dai Milton, a un certo punto, iniziano a produrre aerei per la Wehrmacht. Una terribile tragedia colpisce la famiglia Milton, e, per dimenticare, Ogden compra un'isola al largo delle cpste del Maine e fa costruire una villa dove trascorrere le vacanze. Pressapoco nel 2020, dopo due generazioni, i segreti dei Milton sono rimasti tali, ma il loro patrimonio è stato dilapidato. Evie, nipote di Kitty, dovrà affrontare il lato segreto della sua famiglia.

"Una ragazza ad Auschwitz" di Heather Morris - Nel 1942, Cilka ha solo sedici anni quando il suo mondo cambia per sempre. Ha appena varcato il cancello di Auschwitz e, in un istante, si vede portar via l'innocenza e i sogni di ragazzina. Eppure non si abbatte e studia i punti deboli dei suoi aguzzini, servendosene con astuzia per salvare se stessa e altri ingiustamente condannati. Nel 1945, dopo la liberazione del campo, è costretta ai lavori forzati in Siberia, eppure è ancora convinta della supremazia dell'amore. Il suo viaggio, da bambina a donna, da prigioniera ad aiuto insostituibile, è un esempio unico di resilienza.

Per ragazzi:

"Otto: autobiografia di un orsacchiotto" di Tomi Ungerer - Ormai un classico, adatto fin dai sei anni, è un racconto utile a far capire la vicenda delle persecuzioni degli ebrei anche a bambini relativamente piccoli. 

"La Storia di Erika" di Ruth Vander Zee e illustrazioni di Roberto Innocenti - E' la storia vera di una bambina (ormai adulta) che racconta la sua storia all'autrice di questo libro. Fu scaraventata fuori da uno di quei treni che portavano gli ebrei nei campi di concentramento. La mamma vera di Erika ebbe il coraggio di lasciarla andare purchè vivesse, la donna che la raccolse la adottò, le diede un nome e le volle bene. Adatto a bambini da 8/9 anni in poi.

"Olocausto: le origini, gli eventi e i racconti dei sopravvissuti" di Philip Steele - Si tratta di un saggio per ragazzi del secondo ciclo della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. E' molto ricco di foto e di documentazione, con grandi fotografie, con descrizioni chiare e sintetiche. Sicuramente utile per chiarirsi le idee e per approfondimento del tema.

Che il 27 gennaio possa essere una giornata di riflessione, nella quale si ricordi davvero quanto è accaduto, per evitare di ripeterlo.

Con i bambini, come consigliamo nel filmato, potreste guardare su Rai Play il film di animazione "La stella di Andra e Tati", che è la trasposizione cinematografica di una storia vera, anche piuttosto vicina a noi, visto che le protagoniste erano originarie dell'Istria. 

Le foto di questo post ritraggono l' "aiuola della memoria" della scuola primaria "Puccini" di Breda, che ogni anno viene curata e addobbata in vista della ricorrenza del 27 gennaio. Nel territorio comunale, un'altra scuola, della frazione di Pero, è stata intitolata ad Anna Frank e quindi ricorda, con particolare trasporto, il momento storico del '900 di cui abbiamo parlato qui sopra.



lunedì 18 gennaio 2021

Una recensione ...organizzata: "Le cinque donne", nuovamente raccontato, dalla voce di Laura

Laura ci regala un'altra delle sue originali recensioni. Questa volta si tratta del libro "Le cinque donne" di Hallie Rubenhold, recensito anche dalla nostra bibliotecaria Elisa e ad entrambe piaciuto. 

RECENSIONE ORGANIZZATA
Questa volta la recensione risulta un po’ studiata, cioè costituita da due aperture a caso del libro per ognuno dei cinque ritratti riguardanti le donne uccise dalla mano di Jack lo Squartatore, assurto all’onore delle cronache, a differenza delle sue vittime, dipinte solo come “donne cattive, alcolizzate, dedite alla prostituzione, ribelli... dalle fonti d’informazione della stampa scandalistica dell’anno 1887, nell’Inghilterra
dell’epoca vittoriana.

“I giornali andarono a ruba e la caccia a qualche notizia fresca o a un
punto di vista convincente divenne frenetica: Le pagine si riempirono di infiorettature, invenzioni e voci infondate. Tuttavia i pettegolezzi e le opinioni dai toni infuocati riportati in articoli che denigravano il lavoro della polizia di certo non mitigarono l’agitazione degli abitanti di Whitechapel.” PAG.17
Erano discorsi permeati dai valori del tempo che tratteggiavano la donna, soprattutto se di bassa estrazione, priva di qualsiasi importanza nella società, perché il suo ruolo era quello di doversi assumere una montagna di pesi materiali e morali e, se ad essi non resisteva cadendo via via in una situazione sempre più irrimediabile, era sottoposta ad un giudizio di condanna senza appello che proveniva dalle classi dominanti.


POLLY
“Nella tipica famiglia lavoratrice vittoriana, il livello di benessere saliva e scendeva come la marea a ogni
nascita o morte. Mentre la prole dei Nichols si ampliava, i mezzi di sussistenza si riducevano. I bambini arrivavano e se ne andavano ciclicamente.” PAG.38
“Nel XIX secolo le conseguenze di una separazione erano considerate una sorte di “morte in vita” poiché, pur autorizzando la divisione di una coppia sposata, la legge non permetteva ai coniugi di andare oltre. Tutte le nuove relazioni erano da considerarsi adultere, e i figli nati da simili unioni illegittimi.” PAG. 66


ANNIE
“Sposando il cocchiere di un aristocratico, Annie, figlia del valletto di un aristocratico, aveva fatto un buon matrimonio... Come il padre di Annie, anche suo marito aveva conquistato una posizione che lo collocava quasi all’apice della gerarchia dei domestici.” PAG. 117
“Stando ai verbali, la moglie del cocchiere non era affatto una bevitrice aggressiva, anzi era triste, malinconica, silenziosa, schiacciata dalla sofferenza. Impossibile sapere per quanto tempo Annie rimase lontano da casa e dove sia stata trovata alla fine, se rintanata in un pub o barcollante sulle vie di Clewer in cerca di tregua.” PAG. 130


ELISABETH
“Nel XIX secolo nessuna casa operava in modo efficiente senza manodopera femminile: tuttavia accogliere delle sconosciute comportava sempre dei rischi. La collocazione in ambienti estranei e nelle case di perfetti sconosciuti risvegliava in loro la nostalgia di casa e il senso di solitudine e l’inesperienza rispetto alla vita di città le rendeva prede perfette di qualsiasi ciarlatano. Spettava al padrone o alla padrona badare alla loro incolumità, ma spesso il danno avveniva proprio sul luogo di lavoro.” PAG. 163
“Il nuovo impiego prevedeva il rispetto di una serie di regole rigidissime: mani pulite, schiena dritta, lingua a posto e occhi che non dovevano mai incrociare quelli del padrone o della padrona.” PAG. 181
 

KATE
“E’ assai probabile che, a quindici anni, Kate fosse profondamente provata dalla perdita della madre e la morte imminente del padre di certo acuì il suo dolore...Date le risorse limitate della famiglia, il destino degli altri piccoli Eddowes fu triste, quanto inevitabile.” PAG. 226 – 227
“Il suo atteggiamento andava di pari passo con l’opinione diffusa tra i lavoratori vittoriani in merito alla violenza domestica: spesso si riteneva che la donna fosse responsabile delle botte che prendeva. Un certo grado di brutalità in casa doveva avere una funzione educativa. I mariti non si facevano affatto scrupolo di sferrare uno schiaffo per punizione, e le mogli venivano spesso indotte a credere che “se lo fossero meritato”PAG.259
 

MARY JANE
“Forse Mary Jane era anche avvezza alle offerte e alle promesse dei gentiluomini eleganti: le offerte di intrattenerla all’ippodromo e di comprarle guanti e gioielli; le promesse di viziarla con cibo e bevande raffinate.” PAG. 294
“Erano stratagemmi praticati da secoli nei bordelli, allo scopo di scegliere le professioniste navigate con la guardia abbassata e intrappolare le pivelle. Chi operava nel traffico internazionale del sesso lavorava con discrezione e giocando d’anticipo, compiendo mosse ben calibrate in modo che la donna destinata al commercio estero rimanesse all’oscuro di ciò che l’aspettava. “ PAG.397


Dunque fenomeni come la nascita di tanti figli, la separazione dal marito, la mancanza di mezzi di sostentamento adeguati e di una casa decente, le morti in famiglia, l’abuso di alcool, le botte di conviventi, la impossibilità di trovare un lavoro retribuito, l’abbandono dei figli, l’adattarsi alla prostituzione occasionale o continua e un’altra serie di innumerevoli calamità rappresentarono il bagaglio di esperienze che le portarono alla fine all’incontro con una morte orribile. La descrizione dettagliata di queste vicende costituisce l’ossatura e il pregio di questa documentata scrittura.

Laura Collet


mercoledì 13 gennaio 2021

Isolagrafia #1: i consigli di lettura del gruppo "L'isola dei lettori"

Lunedì sera, intorno alle 21, si sono ritrovati online i componenti del nostro gruppo di lettura condivisa "L'isola dei lettori".

Il tema dell'incontro era "Un giorno lessi un libro, e tutta la mia vita cambiò", e quindi: quali opere hanno in qualche modo segnato l'esistenza, sono rimasti a lungo o per sempre dei pilastri, hanno avuto l'onore di stare in libreria nonostante qualcuno abbia cambiato casa o sono stati presi in biblioteca e poi acquistati?

Ecco la lista degli autori e dei libri citati dai presenti: Christian, Letizia, Luca, Mara, Mirko e Paolo.

Jules Verne - Viaggio al centro della terra (1864-67) e Il giro del mondo in 80 giorni (1873)

Friedrich Nietzsche - Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (1883-85)

Luigi Pirandello - Uno nessuno e centomila (1926)

Michail Afanas'evic Bulgakov - Il Maestro e Margherita (1928-40) pubblicato 1966-67

John Steinbeck - Furore (1939)

Antoine de Saint-Exupéry - Il piccolo principe (1943)

Isaac Asimov - La fine dell'eternità (1955), Fondazione, altre opere

Italo Calvino - Trilogia "araldica" I nostri antenati (Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente) (1952-59)
 
Italo Calvino - svariate opere (La giornata d'uno scrutatore, Marcovaldo, La formica argentina, Ti con zero, Le cosmicomiche, Palomar, ecc.)

Dino Buzzati -  La boutique del mistero (1968)

Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979)

Douglas Adams - Guida galattica per gli autostoppisti (1979)

Douglas R. Hofstadter - Godel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante (1979)

Roald Dahl - Matilde (1988)

Jostein Gardeer - Il mondo di Sofia (1991)

José de Sousa Saramago - Cecità (1995)

Nick Hornby - Alta fedeltà (1995)

Luis Sepùlveda - Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (1996)

Rodman Philbrick - Basta guardare il cielo (1998)

Muriel Barbery - Estasi culinarie (2000)

Ma Anand Vidya e Swami Anand Videha - Osho, Ricominciare da sé, per riscoprire la propria melodia interiore (2009)

Marcus du Satoy - L'equazione da un milione di dollari (2010)

Marco Missiroli - Atti osceni in luogo privato (2015)

Stefano Benni - Giura (2020), ma anche tutte le sue opere in generale

Ecco: se volete prendere spunto per qualche lettura, aggiungere commenti tipo "Oh, questo è anche il mio libro/autore della vita!" oppure "Questo non l'ho mai sentito!", vi invitiamo a farlo.

Il gruppo si incontrerà nuovamente lunedì 15 febbraio, dalle ore 20.45. Il tema, in via di definizione, avrà a che fare con i personaggi dei romanzi letti, probabilmente quelli che ci hanno colpiti o nei quali ci identifichiamo maggiormente.

Seguiteci sulla pagina Facebook o, se ancora non lo siete, chiedete di essere iscritti alla newsletter in modo da restare aggiornati anche sull'attività di questo gruppo.

lunedì 11 gennaio 2021

La recensione casuale-riordinata di Laura: "Frieda" di Christophe Palomar

La nostra lettrice Laura ha avuto l'idea di mandarci, come si legge in un precedente post, una recensione casuale di un libro, basandosi sul principio che è possibile avere delle impressioni da un libro partendo da un'apertura casuale del volume e dalla lettura di quanto salta agli occhi. Stavolta propone una recensione casuale, ma riordinata, di un'altra opera.

"Il romanzo FRIEDA – CHRISTOPHE PALOMAR- PONTE ALLE GRAZIE mostra un tale miscuglio di descrizioni, fatti, sentimenti, riflessioni riguardanti il protagonista, gli ambienti, i momenti storici da formare un intreccio inestricabile, in qualche punto anche misterioso.

In questo caso perciò le frasi tratte dalle pagine scelte a caso hanno avuto bisogno di un riordino che ha, come filo conduttore, le tappe dei luoghi in cui il nobile protagonista tedesco ha vissuto, ha amato ed è invecchiato, accompagnato dalle vicende della storia del Novecento.

“Von Tilly. Non è facile crescere con un nome del genere. Certo, non mi mancava nulla. Avevo i migliori precettori, i migliori libri e le donne di casa, che vivevano in funzione delle mie esigenze, mi insegnavano tutto il resto.” PAG. 12

L’espandersi della giovinezza avviene a Capri, dove mare, sole, vento, luminosità e libertà rappresentano la cornice ideale a promuovere questo fondamentale sviluppo.

Due settimane più tardi attraccavano a Capri. Si dice che Capri sia l’isola più bella del mondo. In realtà, Capri non è un ‘isola, ma una vertebra di costiera amalfitana, troncata via in fretta e poi lasciata lì.” PAG. 28

Tutta questa effervescenza giovanile s’ammanta di una cappa fosca e triste a causa dello scoppio del primo conflitto mondiale.

“Dovevo trovarmi a Vienna il giorno in cui scoppiò la guerra, mi ci trovai il giorno in cui l’Austria ottenne  l’armistizio. Ero a Berlino quando arrivò la lettera e che lettera.” PAG. 96

La conclusione delle ostilità costringe all’esilio dall’altra parte del mondo il giovane combattente appartenente alla nazione sconfitta ed egli comprende che questo obbligato distacco dall’Europa è un’amputazione, un’esperienza viva della morte.

“Quindi Buenos Aires. La prima impressione è sempre quella buona.. E la prima impressione è quella di una città in pieno movimento. Le gru si agitano come uno stormo di gabbiani, sollevando polvere e uomini in un cielo disegnato a colori pastello.... Buenos Aires è un guanto dimenticato sulla sabbia. Si aspetta il colpo di vento che lo rigetterà in acqua.” PAG.166

Irrimediabilmente il tempo passa, insieme con le vicende della vita e con l’eco lontana del secondo conflitto mondiale, punteggiata da riflessioni sulla Germania che appare rinnovata , ma che mantiene intatta la sua volontà di dominio sul mondo, che si concluderà in una immensa disfatta.

“La settimana successiva non feci nulla, non dissi nulla, la guerra che stava finendo parlava per noi. Ci fu la liberazione dell’Europa, ci fu l’arrivo dei russi a Berlino, ci fu la capitolazione della Germania.  L’inverno passò nel fervore dei miseri traffici che riprendevano, un inverno freddo e lungo.” PAG.256

E come mai il titolo FRIEDA?  Essa appare e scompare, fa capolino quando meno te lo aspetti, rappresentando l’idea di donna che ha un poco ossessionato il protagonista, spingendolo a intravederla o ad immaginarla in tutte le donne incontrate, desiderate ed amate."

Laura Collet

domenica 10 gennaio 2021

La "recensione casuale" di Laura: "L'arte di far succedere le cose" di Daniel Lumera

Una grande lettrice, Laura, ci ha mandato un paio di recensioni originali, aderendo alla nostra campagna #bredacittachelegge
Potreste provare anche voi a farne altre in questo modo!
Ringraziamo molto Laura, sono davvero ottimi contributi. 

"Se apri a caso, una, due, tre volte, un libro, come quando hai bisogno di qualche fuggevole indicazione se sceglierlo o no in biblioteca o in libreria, cosa può capitare?                    

Appaiono innumerevoli parole e frasi che scorri in fretta, ma che in qualche modo lasciano un’impronta, facendoti comprendere che ti potrebbero interessare, coinvolgere, stravolgere, tanto da farti desiderare di leggere anche tutto il resto, supponendo che quel mondo sconosciuto possa appagare la tua sete di conoscere, di, sapere, di godere.

Ho spalancato ad occhi chiusi il libro “L’ARTE DI FAR SUCCEDERE LE COSE - DANIEL LUMERA- ROI EDIZIONI” e dalla trama fitta dei segni ho estratto questo:

 “Manipolare significa modificare, preparare o falsificare qualcosa o qualcuno al fine di ottenere un vantaggio personale, anche a discapito dell’altro. La sostanziale differenza tra manipolare e influenzare consiste nell’intenzione di chi la compie. Nel primo caso il manipolatore vuole soddisfare i propri interessi a spese degli altri e lo fa utilizzando qualsiasi strumento... L’intenzione di chi influenza, invece, ha uno scopo formativo, costruttivo e positivo, ad esempio...”    PAG.126

Non ci crederai, ma quanto scrivo corrisponde proprio al secondo caso spiegato dall’autore, il cui impegno di convincere che ognuno di noi può far accadere delle cose che desidera attuare si dispiega con vari approfondimenti in tutto il testo. 

Nuova apertura ed ecco apparire:

“La potenza del pensiero muta il destino. L’uomo semina un pensiero e raccoglie un’abitudine; semina un’abitudine e raccoglie un carattere; semina un carattere e raccoglie un destino. L’uomo costruisce il suo avvenire con il proprio pensare e agire. Egli può cambiarlo, perché ne è il vero padrone” PAG.62

Pare che la casualità sia stata assai lungimirante nello spingere le dita della mia mano  ad introdursi tra le pagine in punti importanti, adatti a stimolare, per lo meno, la curiosità di sapere quali modi l’autore suggerisce per costruire la consapevolezza di quello che si è.

Non è detto che ciò possa determinare il nostro futuro, ma può darci una spintarella verso  un cambiamento  più o meno essenziale del nostro essere."           

 Laura Collet

venerdì 8 gennaio 2021

Le cinque donne : la storia vera delle vittime di Jack lo squartatore


La copertina del libro “Le cinque donne : la storia vera delle vittime di Jack lo Squartatore” di Hallie Rubenhold (Neri Pozza, 2020) è ingannevole: suggerisce che si tratti di un romanzo storico, invece è un competente saggio storico.
A Londra, nel 1887, si celebrarono i 50 gloriosi anni di regno della regina Vittoria; l’anno successivo però fu funestato dagli omicidi di cinque donne, perpetrati da “Jack lo Squartatore”, persona di cui ancora oggi non conosciamo l’identità, sebbene questa figura abbia ispirato moltissimi libri, film, e saggi storici.
Hallie Rubenhold, una storica inglese, non descrive gli omicidi né si sofferma sull’assassino seriale, ma vuole dare voce e dignità a cinque donne che nei secoli sono state tutte bollate come “prostitute”, reiette, donne ai margini della società; nessuno ha mai provato ad indagare le vite di queste donne, che peraltro rappresentano uno spaccato della società dell’epoca.
Le cinque vittime sono accomunate quasi tutte dall’età (quattro di esse avevano tra i 43 e i 47 anni, una aveva solo 25 anni) ma soprattutto da una vita difficile, resa quasi impossibile dagli eventi della vita.
In qualche modo tutte furono costrette  a vivere sulla strada, cercando di racimolare ogni giorno i soldi necessari alla propria sussistenza; alcune di loro si rifugiarono nell’alcool per vari motivi: un’infanzia funestata da lutti familiari, l’assenza di un’istruzione e di un lavoro, la perdita di genitori, fratelli e figli.
Elizabeth, ad esempio, si ritrovò a soli 17 anni in attesa di un bambino e priva di un marito e unicamente per questo fu iscritta nel registro della polizia; la sua reputazione ne uscì distrutta e di conseguenza non riuscì a trovare un lavoro dignitoso.
Kate, pur avendo ricevuto una certa istruzione, perse i genitori da ragazzina, fu mandata da alcuni parenti e poiché rubò alcuni semplici oggetti fu cacciata di casa e si unì ad un venditore ambulante, con il quale la relazione fu tempestosa.
La cosa che emerge con chiarezza dal libro è che queste donne furono vittime per tre volte: perché assassinate, perché i giornali dell’epoca le bollarono tutte come prostitute e non si preoccuparono di ricostruire le loro vite, e perché in qualche modo la società stessa le aveva già sopraffatte.
E’ sconvolgente conoscere le condizioni di vita delle donne di umili origini nella Londra del 1888; l’istruzione era appannaggio dei ricchi o eventualmente dei maschi, mentre una ragazza poteva solo ambire a sposarsi oppure a svolgere un lavoro poco retribuito.
Se una donna veniva abbandonata dal marito o se una ragazza si trovava ad aspettare un figlio senza essere sposata non esistevano tutele di alcun tipo, e quindi spesso queste donne si ritrovavano letteralmente per strada.
Questo non significa che tutte si prostituissero, ma molte di loro cercavano lavori saltuari, ad esempio lavavano i panni o vendevano i fiori, ma si trattava sempre di lavori molto precari che non davano nessuna garanzia di sopravvivenza.
La descrizione dei dormitori pubblici è spaventosa: si trattava di stanze con letti sudici, prive di luce, riscaldamento e di un ricambio d’aria, senza un minimo di igiene,  nelle quali le persone passavano la notte in totale promiscuità.
Naturalmente in questa situazione proliferavano le malattie.
Ogni giorno queste persone cercavano di racimolare i soldi per pagarsi un letto in un dormitorio pubblico, e se non riuscivano a raggiungere la somma necessaria, dovevano adattarsi a dormire in qualche cortile o piazza.
Una vita miserevole, senza alcuna speranza di miglioramento.
Le donne sposate, che in ogni caso dovevano obbedire in tutto ai mariti, generavano tantissimi figli, spezzandosi poi la schiena per sfamarli e a volte morivano di inedia o malattia; se poi per qualche motivo marito il marito moriva o le abbandonava, tutta la famiglia cadeva nell’indigenza più nera: le famiglie si smembravano, i figli venivano allontanati dalle madri e anche questo gettava le donne nella disperazione.
Le donne di umili origini dunque occupavano davvero lo scalino più basso della società e la loro condizione non permetteva alcun tipo di riscatto o miglioramento, per cui era piuttosto scontato che molte di esse affogassero i loro problemi nell’alcool, che tra l’altro era facilmente accessibile perché all’epoca alcuni liquori erano considerati dei farmaci.
Questo libro, tradotto in maniera eccellente da Simona Fefè, è un saggio storico appassionante come un romanzo. 

Elisa


martedì 5 gennaio 2021

#bredacittachelegge: una call to action per i lettori

Al nostro Comune è stata conferita la qualifica di "Città che legge", per l'impegno continuativo di promozione della lettura sul proprio territorio. Lo staff della biblioteca invita i lettori
 a condividere le proprie letture sui social 
con l'hashtag 
 #bredacittachelegge.
Ecco qui l'invito video: 
 


 

lunedì 4 gennaio 2021

I 20 anni dei Gruppi di Volontari della nostra biblioteca!

I gruppi di volontari lettori della nostra Biblioteca Comunale hanno compiuto, proprio nell'anno appena trascorso, 20 anni. 

Le persone che, in tutto questo tempo, hanno fatto parte dei gruppi (che attualmente sono 4) hanno sostenuto la Biblioteca nella promozione del libro e della lettura, attraverso attività, eventi, incontri e visite nelle scuole. Il loro contributo è stato imporante per la comunità bredese: creando un clima favorevole alla frequentazione della Biblioteca e creando momenti piacevoli di contatto con i libri e tra i lettori, hanno fatto crescere di anno in anno il numero delle persone appassionate. 

Per ora possiamo celebrare questo "compleanno" soltanto in modo virtuale, vista l'attuale emergenza sanitaria. Le bibliotecarie e l'amministrazione comunale ringraziano chi ha offerto il proprio tempo per la Biblioteca, inserendosi in un nutrito Progetto Lettura che si rinnova di anno in anno. 

Ricordiamo che questo blog è dei gruppi di lettura, anche se spesso la biblioteca inserisce le sue notizie e che, in modo non continuativo, anche qualsiasi altro lettore di buona volontà potrebbe collaborare con recensioni o altro alla vita di questo sito.

 E' possibile vedere il video relativo a questa esperienza cliccando qui. Si comprende che gli scopi di tutti i volontari erano e restano: diffondere il piacere della lettura, creare una rete virtuosa di legami, dimostrare quanto può essere "cool" un passatempo apparentemente solitario e di nicchia.