
Tutto il mondo, dall’Inghilterra allo Sri Lanka, lo festeggia
con numerose iniziative.
Anche il motore di ricerca Google, per celebrare l’evento,
ha pensato di dedicargli un doodle (il disegno che sostituisce o abbellisce la
scritta).
Di Dickens spesso si leggono i romanzi, ma si tralascia la
vita, altrettanto interessante: fatta di duro lavoro già a 12 anni, continui
trasferimenti di residenza e debiti da saldare lasciati dal padre. Ebbe fama
precoce e creò una famiglia numerosa.
Affamato lettore fin dall’infanzia, sperava che la sua
preparazione culturale lo portasse, prima o poi, ad altri compiti. Accadde. Dopo
aver lavorato presso uno studio di avvocati, fu infatti assunto come
giornalista da un quotidiano, e un po’ alla volta trovò il suo spazio,
pubblicando in dispense mensili i “Quaderni postumi del Circolo Pickwick”.
Considerato uno dei migliori ritrattisti ed osservatori
della Londra del 1800, soprattutto nei suoi aspetti patetici e grotteschi, fu
un eccellente narratore di viaggi. Fra i suoi diari, va ricordato “Pictures
from Italy”, dove racconta il nostro Paese intorno al 1845, un Paese frantumato,
che colpisce e ferisce. L’Italia è buffa, al suo occhio di inglese coloniale.
I suoi romanzi più letti, almeno nella nostra biblioteca,
sono “Le avventure di Oliver Twist”, “David Copperfield”, e il famosissimo “Canto
di Natale”, del quale sono state anche realizzate versioni per bambini e un
film d’animazione.
Per certi versi, Dickens è ancora un contemporaneo … e ci
piace pensare che pure per noi, come per lui, ai “Tempi difficili”, seguano le “Grandi
speranze”.
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