lunedì 18 gennaio 2021

Una recensione ...organizzata: "Le cinque donne", nuovamente raccontato, dalla voce di Laura

Laura ci regala un'altra delle sue originali recensioni. Questa volta si tratta del libro "Le cinque donne" di Hallie Rubenhold, recensito anche dalla nostra bibliotecaria Elisa e ad entrambe piaciuto. 

RECENSIONE ORGANIZZATA
Questa volta la recensione risulta un po’ studiata, cioè costituita da due aperture a caso del libro per ognuno dei cinque ritratti riguardanti le donne uccise dalla mano di Jack lo Squartatore, assurto all’onore delle cronache, a differenza delle sue vittime, dipinte solo come “donne cattive, alcolizzate, dedite alla prostituzione, ribelli... dalle fonti d’informazione della stampa scandalistica dell’anno 1887, nell’Inghilterra
dell’epoca vittoriana.

“I giornali andarono a ruba e la caccia a qualche notizia fresca o a un
punto di vista convincente divenne frenetica: Le pagine si riempirono di infiorettature, invenzioni e voci infondate. Tuttavia i pettegolezzi e le opinioni dai toni infuocati riportati in articoli che denigravano il lavoro della polizia di certo non mitigarono l’agitazione degli abitanti di Whitechapel.” PAG.17
Erano discorsi permeati dai valori del tempo che tratteggiavano la donna, soprattutto se di bassa estrazione, priva di qualsiasi importanza nella società, perché il suo ruolo era quello di doversi assumere una montagna di pesi materiali e morali e, se ad essi non resisteva cadendo via via in una situazione sempre più irrimediabile, era sottoposta ad un giudizio di condanna senza appello che proveniva dalle classi dominanti.


POLLY
“Nella tipica famiglia lavoratrice vittoriana, il livello di benessere saliva e scendeva come la marea a ogni
nascita o morte. Mentre la prole dei Nichols si ampliava, i mezzi di sussistenza si riducevano. I bambini arrivavano e se ne andavano ciclicamente.” PAG.38
“Nel XIX secolo le conseguenze di una separazione erano considerate una sorte di “morte in vita” poiché, pur autorizzando la divisione di una coppia sposata, la legge non permetteva ai coniugi di andare oltre. Tutte le nuove relazioni erano da considerarsi adultere, e i figli nati da simili unioni illegittimi.” PAG. 66


ANNIE
“Sposando il cocchiere di un aristocratico, Annie, figlia del valletto di un aristocratico, aveva fatto un buon matrimonio... Come il padre di Annie, anche suo marito aveva conquistato una posizione che lo collocava quasi all’apice della gerarchia dei domestici.” PAG. 117
“Stando ai verbali, la moglie del cocchiere non era affatto una bevitrice aggressiva, anzi era triste, malinconica, silenziosa, schiacciata dalla sofferenza. Impossibile sapere per quanto tempo Annie rimase lontano da casa e dove sia stata trovata alla fine, se rintanata in un pub o barcollante sulle vie di Clewer in cerca di tregua.” PAG. 130


ELISABETH
“Nel XIX secolo nessuna casa operava in modo efficiente senza manodopera femminile: tuttavia accogliere delle sconosciute comportava sempre dei rischi. La collocazione in ambienti estranei e nelle case di perfetti sconosciuti risvegliava in loro la nostalgia di casa e il senso di solitudine e l’inesperienza rispetto alla vita di città le rendeva prede perfette di qualsiasi ciarlatano. Spettava al padrone o alla padrona badare alla loro incolumità, ma spesso il danno avveniva proprio sul luogo di lavoro.” PAG. 163
“Il nuovo impiego prevedeva il rispetto di una serie di regole rigidissime: mani pulite, schiena dritta, lingua a posto e occhi che non dovevano mai incrociare quelli del padrone o della padrona.” PAG. 181
 

KATE
“E’ assai probabile che, a quindici anni, Kate fosse profondamente provata dalla perdita della madre e la morte imminente del padre di certo acuì il suo dolore...Date le risorse limitate della famiglia, il destino degli altri piccoli Eddowes fu triste, quanto inevitabile.” PAG. 226 – 227
“Il suo atteggiamento andava di pari passo con l’opinione diffusa tra i lavoratori vittoriani in merito alla violenza domestica: spesso si riteneva che la donna fosse responsabile delle botte che prendeva. Un certo grado di brutalità in casa doveva avere una funzione educativa. I mariti non si facevano affatto scrupolo di sferrare uno schiaffo per punizione, e le mogli venivano spesso indotte a credere che “se lo fossero meritato”PAG.259
 

MARY JANE
“Forse Mary Jane era anche avvezza alle offerte e alle promesse dei gentiluomini eleganti: le offerte di intrattenerla all’ippodromo e di comprarle guanti e gioielli; le promesse di viziarla con cibo e bevande raffinate.” PAG. 294
“Erano stratagemmi praticati da secoli nei bordelli, allo scopo di scegliere le professioniste navigate con la guardia abbassata e intrappolare le pivelle. Chi operava nel traffico internazionale del sesso lavorava con discrezione e giocando d’anticipo, compiendo mosse ben calibrate in modo che la donna destinata al commercio estero rimanesse all’oscuro di ciò che l’aspettava. “ PAG.397


Dunque fenomeni come la nascita di tanti figli, la separazione dal marito, la mancanza di mezzi di sostentamento adeguati e di una casa decente, le morti in famiglia, l’abuso di alcool, le botte di conviventi, la impossibilità di trovare un lavoro retribuito, l’abbandono dei figli, l’adattarsi alla prostituzione occasionale o continua e un’altra serie di innumerevoli calamità rappresentarono il bagaglio di esperienze che le portarono alla fine all’incontro con una morte orribile. La descrizione dettagliata di queste vicende costituisce l’ossatura e il pregio di questa documentata scrittura.

Laura Collet


Nessun commento:

Posta un commento