domenica 11 marzo 2012

Leggere la scienza

Con una certa frequenza arrivano in biblioteca mamme in cerca d'aiuto, che esordiscono con la frase: "A mio figlio non piace leggere..." e aggiungono: "Ma la professoressa di italiano dice che deve leggere. Cosa ci consiglia lei?"
Il ragazzo (o la ragazza), quasi vergognandosi, si guarda le scarpe. Si sente l'imputato innocente portato a forza in un tribunale, e aspetta la sua pena.
Inaspettatamente, la bibliotecaria si rivolge a lui: "C'è qualche argomento che ami? Non so... sport, hobby, musica...?" Con un po' di titubanza e perplessità, il ragazzo alza la testa e dice: "Veramente preferisco la matematica. E da piccolo osservavo un sacco la natura."
La mamma guarda con perplessità la bibliotecaria e pensa: "A cosa serve la domanda? Il ragazzo ha un compito: leggere. Che le tirino fuori in fretta qualche libro di Svevo, Kafka, o anche Gibran... ma andrebbe bene anche Moccia... se solo gli piacesse!"
La domanda serve per mettere a proprio agio il giovane lettore, ma anche per capire a quale settore della biblioteca è preferibile dirigersi.
Ottenuta la risposta, la bibliotecaria accompagna l'utente tra gli scaffali dove sono ordinati i libri delle sue materie preferite e gli mostra alcuni libri scientifici: spiega che, se la necessità è soltanto leggere, lo si può fare anche con un libro di divulgazione scientifica (come "Fisica per i presidenti del futuro" di Muller, "Dal Big Bang ai buchi neri" di Hawking, "Incontri con menti straordinarie" di Odifreddi, "Storia curiosa della scienza" di Oreglio).
La mamma è contrariata: "Ma... un bel libro, un romanzo, insomma... un libro vero!"
Pare proprio che molti saggi scientifici, anche divulgativi, non siano "libri da leggere".
Eppure, negli ultimi anni, anche nell'intento di rendere digeribile la scienza ai più, si sono pubblicate molte opere che, oltre ad un valore scientifico, hanno una buona forma ed un discreto valore letterario.
Perchè quindi obbligare i ragazzi a leggere romanzi che sono piaciuti a noi, ma che non sono il loro genere di lettura? Così facendo non si ottiene l'effetto opposto?
Forse è più ragionevole partire con un libro che attira il non lettore e poi, con pazienza, indirizzare il giovane sempre più verso opere narrative. D'altra parte, è fortemente probabile che un amante dell'osservazione della natura prima o poi incappi in Italo Calvino... e si innamori di "Palomar".

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