martedì 20 maggio 2025

"Il duca" di Matteo Melchiorre: romanzo storico, ritratto sociologico, riflessione ambientale estremamente attuale.

Ieri sera si è svolto il consueto incontro dell'Isola dei Lettori (per gli amanti delle cronache il 70° della serie!!!), dedicato questa volta al romanzo di Matteo Melchiorre "Il Duca", edito nel 2022 da Einaudi. 
Melchiorre è un giovane autore di Feltre, già ricercatore universitario, oggi responsabile della Biblioteca del Museo e dell'Archivio Storico di Castelfranco Veneto. "Il Duca" è il suo primo romanzo, che segue alcuni reportage/saggi culturali e storici, oltreché naturalistici legati alla sua terra.
Un libro che ha raccolto una più che buona accoglienza dai lettori, sicuramente per la capacità stilistica dell'autore, che nonostante la discreta corposità (460 pagine) e il tono spesso aulico e ricercato di alcune parti riesce a tenere sempre alta l'attenzione ed anzi a rendere la trama, almeno quasi fino alla fine molto attrattiva.
Il protagonista è l'ultimo esponente di una dinastia nobiliare che ha governato per lungo tempo il paesino montano immaginario ma verosimile di Vallòrgana e i suoi abitanti, fino a secolarizzarsi nel corso del Novecento. Il giovane torna ora a stabilirsi nella villa di famiglia in cima al paesino, abbandonata dai suoi avi, e da lì comincia una combattuta e frastornante epopea, fatta di scontri, battibecchi, malelingue, lotte di potere con i personaggi, uno in particolare, tale Mario Fastrèda, che abitano il paese. Una guerra aperta e costante, che si accompagna alla scoperta, che pian piano diventa per il protagonista un'ossessione, delle origini del suo casato, delle gesta nobiliari (e spesso anche di scarsa moralità) dei suoi avi, appassionandosi e lasciando che la linea del sangue e la sete provocata dalla storica egemonia familiare influenzi il suo presente, i suoi rapporti con gli altri, trovando forse uno sbocco, una salvezza da questa sbornia nell'amore, che gli fa rimettere i piedi per terra, e riflettere sul suo futuro.
Un libro che è romanzo storico, ritratto sociologico, riflessione ambientale estremamente attuale, con riferimenti al ritorno degli animali selvatici, all'avanzata del bosco incurante della modernità e a fenomeni climatici imprevisti. Un testo insomma fondato nel passato, straniante nella sua mancanza di riferimenti alla modernità e all'attualità tecnologica, ma assolutamente collocabile in qualsiasi epoca, compresa quella attuale. 
Abbiamo trovato Melchiorre un autore amante dell'ambiente montano senza essere smaccatamente stucchevole o poco realista nelle ambientazioni, anzi il suo sguardo è competente, saggio, diretto, a tratti aspro, come lo sono spesso gli abitanti della montagna, i dialoghi tra i personaggi sono credibili e se andate in un'osteria di qualche paesino sembra di riviverli tangibilmente.
Complessivamente ci riteniamo soddisfatti di questa lettura, che ci ha fatto conoscere un autore capace di scrivere testi documentati, rigorosi, figli di fatica e ricerca, oltre che di talento letterario, e la cui densità però non impedisce certo la scorrevolezza e la godibilità del romanzo.

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