Cogliendo il buon suggerimento di uno dei nostri affezionati lettori a commento del post "La notte delle biblioteche", creiamo un post ad hoc per dare ai lettori la possibilità di condividere il racconto del loro approccio e del loro attuale rapporto con la/e biblioteca/che.
La biblioteca non conserverà quindi soltanto libri, ma, virtualmente, anche il vostro ricordo e le vostre emozioni nei suoi confronti.
Non siate timidi... potete scrivere anche senza dichiarare la vostra identità. Se non ricordate come fare, cliccate qui.
Augustine Birell, scrittore e politico britannico vissuto alla fine dell'Ottocento, disse "Le biblioteche non si fanno; crescono". Crescere assieme a voi e grazie a voi, cari lettori, è quanto di più bello ci possa capitare.
Sono sempre stato innamorato dei libri e delle infinite suggestioni che essi possono offrire; ed è quindi naturale che mi sia sempre sentito attratto dalle biblioteche, in quanto meravigliosi scrigni che custodiscono il tesoro più prezioso.
RispondiEliminaMa la vita è strana: oltre ad andare io verso le biblioteche, sono state anche loro a venire verso di me.
Una quindicina di anni fa ero un assiduo frequentatore del Circolo Astrofili Veronesi, la cui sede si trovava a quattro passi da casa mia (ci andavo a piedi); un bel giorno il Circolo fu "sfrattato" perché doveva far posto alla nuova Biblioteca del quartiere. Continuai quindi a frequentare quella sede, trovandovi libri anziché telescopi.
Qualche anno dopo, fresco di laurea, fui assunto da una grande azienda farmaceutica, e il mio primo lavoro fu, guarda un po', quello di progettare il sistema informativo della biblioteca scientifica.
Ma non c'è due senza tre... e così, al posto di una biblioteca mi è arrivata addirittura una bibliotecaria!
Evviva le biblioteche, le "riserve contro l'inverno dello spirito" di cui parlava la Yourcenar: in tempi di decadenza come i nostri, teniamoci stretti questi luoghi della conoscenza e della libertà.
P.
La biblioteca più importamte è stata per me quella materna e paterna, quella della mia famiglia, quella di casa: montagne di libri accatastati da sfogliare, di ogni genere. Avevo l'imbarazzo della scelta. Leggevo alla luce del sole, leggevo di nascosto. Leggevo rapidamente, leggevo lentamente. Leggevo con un occhio alla tv, leggevo nel silenzio della taverna.
RispondiEliminaCredo che non questa lettura autonoma, ma quella fatta a voce alta, nei primi anni d'infanzia, accanto a mia madre, mi abbia convinto a considerare il libro un amico, un "mezzo" per condividere, un oggetto con il quale era possibile avere momenti magici.
Ho voluto fare la bibliotecaria con il desiderio di interagire con altre persone, e di trasmettere la convinzione delle grandi potenzialità del libro e della lettura. Oggi, la biblioteca nella quale lavoro è la mia seconda casa.
I miei primi ricordi di biblioteca sono stati ricordi di bicicletta!
RispondiEliminaA 15 anni (più di 20 anni fa!) Olmi-Carbonera in bici con la mia amica per andare alla biblioteca e prendere qualche libro ... e mi sembrava così strano li dessero gratis!
Comunque credo di amare oggi le biblioteche perché le collego a questo ricordo di amicizia e di vento sul viso nelle discese dal cavalcavia :-)
Il mio primo incontro con la biblioteca è avvenuto quando ancora mi trovavo nella pancia di mia mamma. Non è stato quindi un incontro casuale, la biblioteca era praticamente dentro casa mia. L'ho vista crescere, prendere forma, rinnovarsi e ho visto l'impegno e l'amore delle persone che vi lavoravano. E (strano ma vero!) fino ai 18 anni non sono mai stata una grande lettrice, anzi! Ora i libri mi accompagnano in treno mentre vado all'università, accompagnano le chiacchere con gli amici, accompagnano i miei studi. E sono sempre più convinta che i libri, scelti spontaneamente o imposti, siano sempre una scoperta, e ogni scoperta non può che affascinare! Posso proprio dire che i libri mi hanno "spinta" dentro la biblioteca (e non una biblioteca qualsiasi!!), nella quale sto concludendo uno stage. E allora GRAZIE a questa biblioteca, che, nel trasmettermi l'amore e la passione per la lettura e nel'insegnarmi l'arte delle buone relazioni (argomento che, tra l'altro è oggetto dei miei studi da sempre), ha aggiunto un nuovo tassello al mosaico delle mie esperienze.
RispondiEliminaOgni tanto, soprattutto la sera prima di andare a letto, oppure durante uno dei miei giornalieri viaggi in treno, quando Heidegger non seduce e la voglia di sognare è tanta, mi vien voglia di leggere.
RispondiEliminaE qui nasce il problema: cosa leggere?
Perché i libri rispondono ad un desiderio segreto che nemmeno il lettore conosce fino in fondo - un desiderio che, però, quando si insinua fra i pensieri di-vertendoli dalla routine quotidiana non ti lascia più andare. E questa è la prima parte del problema. La seconda parte è: di libri ce ne sono TANTISSIMI.
Eccone un po':
"Già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando d'intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s'estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D'Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D'Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vìvere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu. Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza i Libri Che Da Tanto Tempo Hai in Programma Di Leggere, i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli, i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento, i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza, i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest'Estate, i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale, i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile..." [Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore]
E' allora comprensibile se in un dato momento mi prende il panico! Come fare? Cosa scegliere? Con quale libro iniziare?
Confesso che ogni tanto il panico-da-cosa-leggo-? è talmente forte che sono quasi tentato a lasciare il desiderio dove sta, cercare di soffocarlo il più possibile e sperare di dimenticarmene. Però non ce la faccio, perché ogni volta che ci provo sento di perdere una grande opportunità: gratuita, libera, genuina.
E in mezzo alla grande angoscia, subito, come per magia, si accende una luce: la MIA biblioteca!!!
Non una biblioteca qualunque (quella dell'università, per esempio, o chessò altro), ma la MIA, con le MIE bibliotecarie.
E subito sto meglio. Subito sono più tranquillo.
Perché so che non c'è panico-da-cosa-leggo-? che possa resistere loro.
Posso dire che anche per me la biblioteca dove lavoro è la mia seconda casa, mi piace prendermene cura anche nei dettagli più tecnici o banali (dalla lampada del portico da sostituire allo sciacquone del bagno che ogni tanto si blocca!!!)
RispondiEliminaA parte gli scherzi, per me non è solo un fatto intellettuale ma ci sono tante necessità anche concrete che ancora di più mi fanno vivere questo posto come qualcosa di "mio".
Poi ci sono i libri e soprattutto ci sono le persone che vengono in biblioteca, con le quali spesso si parla di libri ma a volte si parla anche delle proprie esperienze personali, e a volte mi pare di ricevere molto di più di quanto posso dare.
Sono anni che lavoro in biblioteca (ho iniziato nel lontano 1994 in un'altra biblioteca...), e ci sono arrivata anche un po' per caso, ma non cambierei il mio lavoro per nessun altro, e mi considero molto fortunata.
Grazie a tutti i lettori che mi rendono ancora più gratificante questo lavoro.
Ricordo il momento preciso in cui nacque il mio sentimento di attrazione per la biblioteca: è iniziato quando ho preso coscienza che questo posto mi appartiene (è mio, è di tutti). Una sensazione di familiarità e di curiosità per il nuovo, simile forse a quella che abbiamo quando siamo molto piccoli ed esploriamo la nostra casa.
RispondiEliminaLa scintilla vera e propria è scoccata una sera di qualche anno fa.
Dalle finestre al primo piano si vedeva il parco illuminato dai lampioni. Stavo studiando di gusto la mia materia preferita, ma l'orario e la stanchezza mi spinsero a fare due passi nei corridoi.
Bello girare tra gli scaffali: in preda alla curiosità e alla serendipità scopro voci lontane, storie, fotografie, consigli, sentendomi all'interno di una cosa molto grande, ma fatta apposta per me.
In biblioteca ho passato tantissimo tempo. Soprattutto la sera, con poche persone ai tavoli, in un piacevole e popolato silenzio.
Poco importava se le strutture invecchiavano, se c'era poca manutenzione. La sensazione di relativo abbandono era compensata dalle sensazioni positive che dicevo sopra.
Un giorno, la direzione delle biblioteche - in seguito a una riduzione del budget - ha deciso che la sera la biblioteca sarebbe chiusa. Io e un'amica abbiamo trovato ingiusta questa decisione, ci siamo arrabbiati. Abbiamo trovato altre persone arrabbiate, utenti appassionati come noi, e abbiamo costituito un comitato.
Abbiamo iniziato a studiare i problemi e abbiamo scoperto che tutto ciò (i tagli ai servizi, gli scarsi investimenti, la chiusura serale) era riconducibile agli interessi di un costruttore che voleva l'edificio per farci un albergo, col beneplacito dell'amministrazione comunale allora in carica.
Non è una novità: se un luogo pubblico deve essere privatizzato, è bene che la gente non ci si affezioni, così accetterà come provvidenziale soluzione qualsiasi idea, anche se assurda.
Non abbiamo smesso di amare la biblioteca, abbiamo continuato a protestare e in seguito ci siamo uniti ad altre persone arrabbiate. Ora la giunta comunale che voleva sfrattare le biblioteche non c'è più, il sindaco si è dimesso, l'albergo non si farà.
La biblioteca pare essersi salvata, continua ad ospitare numerosi utenti, ma, ahinoi, mostra i segni dell'abbandono, e temiamo che la situazione economica possa procrastinare gli urgenti lavori di manutenzione.
Intanto, dalle finestre della biblioteca non si vede più il parco, ma un edificio di cemento armato alto undici metri.
Continueremo a rompere le scatole per far sì che la biblioteca torni a essere uno degli elementi importanti per la città. Che per me è fatta di luoghi in cui stare insieme, di piazze, di panchine, di relazioni.
Altrimenti è solo un agglomerato di palazzi e di individui.
Quando entro in una biblioteca prima di tutto vengo investita dall'odore meraviglioso della carta ,o forse ancor di piu' da tutte le storie che essa raccoglie nei suoi scafali ,storie che ti prendono dentro,che fanno rivivere pezzi della propria vita,che ti fanno sorridere ,piagere, riflettere che se si scrivonocerti racconti è perchè qualcuno come te ha vissuto le tue stesse storie di vita.
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