martedì 18 dicembre 2012

Romanzo ricco d’azione e di mistero, ma anche di sentimento...

E' la volta del terzo classificato della sezione "15-20 anni" del concorso "Letture in ConCorso": si tratta di Mirko Piccoli, 20 anni.
Ha recensito il libro "The frozen boy" di Guido Sgardoli.

Ho scelto questo libro perché, a differenza degli altri, mi è sembrato il più incentrato in un ambito scientifico, anche se, dopo solo alcune pagine, mi sono accorto di come il vero punto focale fosse un altro; il rapporto che s’instaura tra Robert Warren, un fisico nucleare, e Jim, il “bambino del ghiaccio” e il lungo e difficile viaggio che porterà a svelare il mistero delle sue origini. Il legame però è all’inizio difficile per lo scienziato, svuotato di ogni sentimento umano dopo la morte del figlio Jack durante la Seconda Guerra Mondiale e angosciato dall’uso fatto della bomba atomica (che lui stesso aveva contribuito a costruire) per eliminare decine di migliaia di persone in un solo istante. Per questo egli cerca riparo dai feroci tormenti della sua anima rifugiandosi in un’isola sperduta della Groenlandia, in una missione scientifica; ed è proprio lì che, mentre vorrebbe farla finita con le sue sofferenze gettandosi da una scogliera, nota quel fioco bagliore nel ghiaccio, che rappresenta forse la luce che potrà disperdere le tenebre che lo offuscano. In effetti, nonostante la sua iniziale indifferenza per il bambino, risvegliatosi miracolosamente dopo un lunghissimo periodo d’ibernazione, a poco a poco comincia a provare per lui un sentimento quasi paterno, proteggendolo dagli agenti del governo che vorrebbero usarlo per esperimenti. Lo stesso Warren si sorprenderà di come mai prima di aver conosciuto Jim fosse stato così premuroso e attento; vede in lui, ragazzino di circa dieci anni (invecchiato rapidamente dopo lo stato di congelamento fino a diventare una sorta di “giovane vecchio”) una seconda chance da sfruttare. E’ l’opportunità per cercare di redimere i suoi errori come padre, troppo freddo e dedito ai suoi studi per preoccuparsi dell’amore di sua moglie e di suo figlio. Durante il pericoloso viaggio per sfuggire agli agenti, infatti, lo difenderà da un gruppo di bulletti, lo aiuterà a camminare e nelle faccende di tutti i giorni ma soprattutto tenterà di integrarlo in una nuova vita. Jim, abituato alla vita dura e spartana della campagna del secolo scorso, è impressionato dai “carri senza muli e senza cavalli” e dalle comodità della vita moderna. In più indossava, quand’era ancora racchiuso nel ghiaccio, vestiti che alla vista di Warren e degli altri ricercatori sembravano decisamente antiquati e poi parlava quella lingua così indecifrabile... soltanto grazie a Beth, un’amica della sua ex-moglie, che coltiva un odio profondo per il professore ma che poi li aiuterà nel loro percorso, riuscirà a ottenere l’indizio fondamentale che li porterà alla scoperta del passato di Jim.
Mi è piaciuto molto il fatto che lo scrittore sia riuscito a integrare una storia d’avventura con l’aspetto psicologico di un rapporto padre-figlio così poco ortodosso; consiglierei perciò questo libro a chiunque voglia leggere un romanzo ricco d’azione e di mistero, ma anche di sentimento, con un lessico semplice e scorrevole ma mai banale. Commovente è poi il finale dove i due riescono finalmente a ritrovare il villaggio dove Jim era nato e cresciuto con la sua famiglia, anche se non come se lo aspettavano… Lascio a voi scoprirlo!      




Nessun commento:

Posta un commento