Le festività natalizie possono essere un buon momento per leggere qualche nuovo libro. Lo spunto e la curiosità possono venire anche da una recensione. Oggi vi proponiamo quella di Stefania Neso, che ha letto e commentato il libro "Un lungo fortissimo abbraccio" di Lorenzo Licalzi.
Due vincoli d'amore.
Due vincoli d'amore.
Blanca e Sean
sono giovani sposi legati da un amore travolgente, appassionato, intenso e
profondo. Il giorno stesso del loro matrimonio, Sean muore accoltellato per
difendere Blanca da un gruppo di ubriachi che la vogliono violentare.
David ed Hellen
formano una coppia indissolubile: da una vita sono l'uno accanto all'altra,
uniti da un amore fedele, "Tradirci mai (…) perché se ci si ama, se ci
si rispetta, non può succedere".
David è affetto
da una grave malattia degenerativa che lo porterebbe presto a morire, ha una
sola possibilità di sopravvivere: sottoporsi ad un trapianto di corpo… Sì, di
tutto il corpo: di "originale", di veramente suo, rimarrebbe soltanto
il cervello, unico organo non colpito dalla malattia.
David accetta di
essere trapiantato e il donatore è il giovane ed affascinante Sean.
Quanti dubbi,
quanti dilemmi interiori suscita nel protagonista e nella sua compagna questa
scelta. Sarò ancora io? Vivrò le stesse emozioni? Chi mi sta attorno saprà
riconoscere me in questo nuovo corpo, al di là dell'aspetto esteriore?
Il cuore di
queste domande è cosa sia l'uomo, quale sia la sua essenza, quale la sua natura
sostanziale.
L'uomo è unità
di corpo e di anima. Ogni uomo è il suo pensiero, la sua mente, la sua
razionalità uniti a quel corpo, quella fisicità, quella gestualità che ne fanno
un essere unico.
L'uomo è
relazione, è amore nelle sue molteplici forme: coniugale, filiale, materno,
paterno, eterosessuale, omosessuale… e il corpo è la porta che ci apre il cuore
dell'altro: una calda mano che ci accarezza, uno sguardo complice che cerca i
nostri occhi, un lungo fortissimo abbraccio che ci accoglie. Come potremmo
ritrovare l'amato (o l'amata) nell'abbraccio di un altro corpo? E come potremmo
sentirci ancora noi stessi dentro la pelle di un'altra persona?
David a volte è
travolto dalle sensazioni che il corpo di Sean gli invia. Descrive l'incontro
con Blanca come " tutto un susseguirsi di movimenti inevitabili"
come se il corpo vivesse di una vita propria con "bisogni impellenti e
necessità indifferibili"…" tutto quello che è accaduto è stato
inevitabile…perché non poteva non accadere".
A poco a poco la
gestualità di David riemerge anche attraverso il nuovo corpo e solo in quel
momento Helen lo riconosce come l'uomo di prima, quando ormai è troppo tardi.
Mi aspettavo che
l'autore esprimesse, attraverso i vari personaggi, riflessioni più
appassionate, pensieri più profondi, sentimenti più intimi…Invece sembra quasi
giustificarsi con le parole di David "Se dovessi raccontare tutti i
pensieri che in quel momento mi hanno attraversato e girato e girato per la
mente, non finirei più". Peccato: è proprio ciò che il lettore si
aspetta da questo libro!
Non mi sono
piaciute le tante, troppe coincidenze… il nome Sean che il nuovo David si dà,
la stessa casa in riva all'Oceano, il berretto di lana…fanno sembrare il
romanzo uno di quei film in cui riesci a prevedere il susseguirsi degli
avvenimenti.
Il finale, però,
ad effetto, lascia a bocca aperta: un colpo di scena teatrale, raccontato
straordinariamente bene…e quando chiudi il libro ti rimane un mezzo sorriso che
ti fa dimenticare tutto quello che pagina dopo pagina hai sperato di trovare ma
nel romanzo non c'è…ti rimane il piacere di un pomeriggio ormai autunnale
trascorso in compagnia di un libro comunque avvincente, che leggi
inevitabilmente tutto d'un fiato…buona lettura!
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