lunedì 10 marzo 2014

Lui sì che era un vero Maestro

 
Cipì: vi ricordano qualcosa queste due sillabe così apparentemente insignificanti ed infantili, che assomigliano al cinguettio degli uccellini?
  Se la risposta è sì, cari lettori, gioite pure ripensando al maestro o alla maestra che vi aveva presentato quest'opera d'arte.
  Se la risposta invece è no, vi consiglio caldamente di recarvi in biblioteca e di prendere in prestito Cipì, di Mario Lodi, per i vostri bambini e per voi stessi. Lì troverete anche altri libri dello stesso autore.
Che l'abbiate già letta o che la stiate per leggere, ripensate alla storia del simpatico uccellino e alle sue avventure con ammirazione verso il suo autore, Mario Lodi, maestro elementare, scrittore e pedagogista scomparso lo scorso 2 marzo.
Ora, però, mi correggo: Mario Lodi non è l'autore di Cipì, o almeno non l'unico!
Immaginate un maestro che, negli anni Sessanta, fa uscire dall'aula i propri alunni, fa sì che possano osservare la natura e poi gli fa scrivere una bella storia su quel che hanno scoperto. E' grazie alla fantasia e alla creatività dei bambini che, in Cipì, gli animali parlano e incarnano pensieri e sentimenti umani. Non vi sembra fenomenale, soprattutto per l'epoca, che i co-autori di Cipì fossero proprio i suoi alunni?
Mario Lodi è morto, sì, ma è vissuto a lungo ed intensamente. E soprattutto, grazie al suo grande coraggio, ha ottenuto veri successi nella vita!

Nati per Leggere ricorda il Maestro con queste parole:
"Oggi è difficile educare perché il nostro impegno di formare, a scuola, il cittadino che collabora, che antepone il bene comune a quello egoista, che rispetta e aiuta gli altri, è quotidianamente vanificato dai modelli proposti da chi possiede i mezzi per illudere che la felicità è nel denaro, nel potere, nell'emergere con tutti i mezzi, compresa la violenza. A questa forza perversa noi dobbiamo contrapporre l'educazione dei sentimenti: parlare di amore a chi crede nella violenza, parlare di pace preventiva a chi vuole la guerra. Dobbiamo imparare a fare le cose difficili, come disse Gianni Rodari in una delle sue ultime poesie: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco, liberare gli schiavi che si credono liberi."
(Mario Lodi)

Grazie Maestro!
Anna Maria

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