![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi11vY0SmzMIcEe1y6i_iTD7FrvEmpWgP2Xp83dLvwwJVnkl_bcbXDTkCJCQM71QuXpjfg6vADo0_vrhyRFzfrxg5tfKK36VT80leua5l9cnAgCXH9tx8jUFVnqR0sJ9f2RfIs_joRmZZc4/s320/FabiogedaB%2526N.jpg)
Prima di iniziare a
parlare di questo libro, grazie anche alla partecipazione di nuove
persone, si è riflettuto di come pare cambiato il ritmo dei libri in questi ultimi anni: i testi
contemporanei sembrano più veloci dei testi del ‘900, come i film o i cartoni animati, d'altra parte. E’ cambiato pure il
linguaggio, semplificandosi molto.
Il libro di Fabio Geda è
stato letto interamente, tra i presenti, solo da un paio di persone.
Il protagonista del romanzo vive in
uno stato di frustrazione: è un insegnante precario, con difficoltà ad avere
figli, che affronta un viaggio (non solo fisico, ma anche interiore) alla
scoperta di se stesso. Fabio Geda si è ispirato ad un conoscente, clandestino in
America, per raccontare poi le vicissitudini del suo protagonista. Il romanzo
cita e prende spunto dal quadro di Rembrandt “Ritorno
del figliol prodigo”, cosa che è piaciuta a chi ha affrontato il
libro.
Esce forte il tema del
rapporto tra genitore e figlio, e sotto sotto (ma magari è proprio questo il
centro del libro) il tema dell’immigrazione -il protagonista viene accolto e
aiutato sempre da stranieri-. Il sospetto che il tema dell’immigrazione sia
centrale più di quanto sembri nasce dalla consapevolezza che l’autore è
sensibile alle tematiche sociali. Viene letta quindi una breve biografia e
bibliografia dell’autore.
Alcuni titoli e autori
usciti nella discussione successiva, volta a scegliere un nuovo titolo per
l’incontro di novembre:
La notte ha la mia voce
/ Sarchi
Quel che resta del
giorno / Ishiguro (premio Nobel 2017)
Mia madre è un fiume /
Di Pietrantonio
Le otto montagne /
Cognetti
Olive Kitteridge /
Strout
Piccola riflessione
sulla necessità di leggere classici, ogni tanto. Quindi, alcuni autori
citati:
Yourcenar
Ibsen
Dostoevskij
Buzzati
Calvino
Coetzee
In particolare, di
quest’ultimo, Premio Nobel, l’unico lettore di sesso maschile presente alla
serata, parla di “Aspettando i barbari”, un libro uscito nel 1983 e poi riedito,
nel quale si trova una riflessione sugli “altri da noi”, una lettura della
società. Si trovano delle affinità con “Il deserto dei tartari” di
Buzzati.
Ci si incontrerà nuovamente lunedì
13 novembre, alle ore 21, in Villa Olivi, in un’Isola quasi invernale, a parlare di “Mia madre è un fiume” di Donatella Di Pietrantonio, premio Campiello 2017 con "L'arminuta".
Nessun commento:
Posta un commento