martedì 18 ottobre 2011

Addio, Maestro

Il Maestro se n'è andato. Se n'è andato stamattina, a poca distanza da casa nostra, mentre eravamo intenti nelle nostre faccende, indaffarati nei nostri lavori.
Se n'è andato in silenzio, ma la notizia è arrivata rapida nelle nostre caselle di e-mail, veloce quasi come i neutrini che solo pochi giorni fa lo avevano entusiasmato come un ragazzino, lui uomo novantenne. E un'onda di malinconia ha invaso coloro che lo avevano amato, che avevano letto le sue poesie.
Perché se n'è andato un Poeta vero, forse il massimo poeta italiano vivente, uno che aveva avuto fino alla fine il coraggio delle proprie parole e fino alla fine aveva saputo innovare e sperimentare.
Proprio otto giorni fa aveva compiuto novant'anni, confessando di non avere imparato nulla della vita ("bisognerebbe viverne novecento, di anni!"). E sempre pochi giorni fa molti avevano sperato nell'assegnazione a Zanzotto del premio Nobel per la letteratura.
Lo leggeremo ancora e di più, certamente, anche con il Gruppo Lettura.
Addio, Maestro.


Esistere psichicamente

Da questa artificiosa terra-carne
esili acuminati sensi
e sussulti e silenzi,
da questa bava di vicende
- soli che urtarono fili di ciglia
ariste appena sfrangiate pei colli -
da questo lungo attimo
inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
da tutto questo che non fu
primavera non luglio non autunno
ma solo egro spiraglio
ma solo psiche,
da tutto questo che non è nulla
ed è tutto ciò ch’io sono:
tale la verità geme a se stessa,
si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
Chiarore acido che tessi
i bruciori d’inferno
degli atomi e il conato
torbido d’alghe e vermi,
chiarore-uovo
che nel morente muco fai parole
e amori.

(Da "Vocativo", 1957)

1 commento:

  1. Sarebbe davvero bello poterlo ricordare anche nel nostro Comune con una lettura pubblica!!

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