1942, Seattle. In un locale jazzista, i neri sono costretti a procurarsi lo zenzero clandestinamente per fabbricarsi l’alcool, razionato loro assieme a zucchero, benzina e copertoni.
Nello stesso anno, nello stesso locale, due ragazzini si incontrano segretamente per lasciarsi emozionare dalla stessa musica. Lui è Hanry e lei è Keiko: si sono conosciuti a scuola. Quanto peso ha il fatto che lui, Hanry, abbia i genitori cinesi, mentre lei, Keiko, abbia origini giapponesi? A loro non importa della guerra, né del razzismo, né di un sottile filo spinato; non conta che normalmente sia vietato, per i cinesi e per tutti gli americani, avere contatti con i giapponesi, nemici degli Stati Uniti. Hanry e Kaiko si sentono figli della stessa patria, l'America, perchè sono nati nello stesso ospedale a Seattle, ma sono anche vittime dello stesso odio, causato dallo strano colore della loro pelle.
Il romanzo mi ha profondamente colpito, più di quanto mi aspettassi. Non è una semplice storia d’amore; racconta anche di amicizia, di odio, di relazioni familiari, di scelte e di molto ancora, perchè in quelle 359 pagine, scorrevoli dopotutto, chiunque vi può trovare i temi che più si avvicinano alla propria esperienza. Lasciatevi emozionare da Sheldon, fedele amico e compagno di viaggio, intimorire dal padre di Hanry, austero e legato con rigore alla tradizione, sorprendere da Marty, figlio coraggioso e intraprendente, e commuovere dalla dolce figura esile di Ethel.
Anna Maria
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