Nel mese di marzo era previsto l'incontro del nostro gruppo di condivisione della lettura "L'isola dei lettori". Il gruppo non ha perso l'occasione per confrontarsi, ma si è incontrato virtualmente su WhatsApp, e ci ha mandato una sintesi di quanto è emerso.
Uno dei libri che abbiamo scelto per il nostro incontro, "Lo straniero"
di Albert Camus (1942), è stato un libro percepito in maniera diversa,
all’interno dell’Isola: c’è chi è rimasto confuso e disorientato
dall’astrazione del protagonista rispetto alla società e agli eventi che gli
accadono, e chi ne è rimasto in qualche modo affascinato, di sicuro tutti hanno
trovato questo romanzo, in apparenza semplice, di non facile chiave
interpretativa.
Meursault, un uomo che vive e lavora ad Algeri,
si trova ad affrontare una serie di eventi significativi e a volte traumatici,
che hanno a che fare con la morte di un congiunto, un amore riaffiorato, un
conflitto violento, un processo. Le vicende sono sempre più inestricabili e lo
chiamano a giudizio sempre più profondamente, ma il suo atteggiamento è quanto
meno enigmatico. Indifferenza, rassegnazione, o cos’altro ancora?
Cosa sono il mondo, la vita, gli altri esseri umani per il
protagonista? La sua estraneità, la mancanza di senso dell’esistenza, è una
sensazione che a volte sentiamo vicina anche nel mondo di oggi, ma in tutto
questo, dove trovano posto i sentimenti e le emozioni? Questo modo di essere,
non esclude tuttavia, una certa coerenza dell’uomo fino alla fine della storia,
che è anche la sua caratteristica più intrigante.
“Straniero per gli uomini, straniero per l’universo” dunque, ma se
fosse un capro espiatorio di una società che lo etichetta come straniero,
mentre magari è solo un individuo che cerca, come si diceva, di dare
significato alla propria vita e che possiede una coerenza di fondo?
Come vedete il punto interrogativo rimane, ma nella nostra discussione
non rappresenta solo incertezza, piuttosto uno stimolo e uno spunto per
allargare la visione delle cose.
Abbiamo incontrato Lo Straniero anche nel singolo d’esordio dei CURE,
“Killing an Arab”, del 1980. “Posso girarmi e andare via, oppure posso sparare
con la pistola, fissando il cielo, fissando il sole; qualunque cosa io abbia
scelto, vale lo stesso: assolutamente niente”.
Nessun commento:
Posta un commento