mercoledì 1 aprile 2020

"Lo straniero", visto dall'Isola dei Lettori


Nel mese di marzo era previsto l'incontro del nostro gruppo di condivisione della lettura "L'isola dei lettori". Il gruppo non ha perso l'occasione per confrontarsi, ma si è incontrato virtualmente su WhatsApp, e ci ha mandato una sintesi di quanto è emerso.

Uno dei libri che abbiamo scelto per il nostro incontro, "Lo straniero" di Albert Camus (1942), è stato un libro percepito in maniera diversa, all’interno dell’Isola: c’è chi è rimasto confuso e disorientato dall’astrazione del protagonista rispetto alla società e agli eventi che gli accadono, e chi ne è rimasto in qualche modo affascinato, di sicuro tutti hanno trovato questo romanzo, in apparenza semplice, di non facile chiave interpretativa.
Meursault, un uomo che vive e lavora ad Algeri, si trova ad affrontare una serie di eventi significativi e a volte traumatici, che hanno a che fare con la morte di un congiunto, un amore riaffiorato, un conflitto violento, un processo. Le vicende sono sempre più inestricabili e lo chiamano a giudizio sempre più profondamente, ma il suo atteggiamento è quanto meno enigmatico. Indifferenza, rassegnazione, o cos’altro ancora?
Cosa sono il mondo, la vita, gli altri esseri umani per il protagonista? La sua estraneità, la mancanza di senso dell’esistenza, è una sensazione che a volte sentiamo vicina anche nel mondo di oggi, ma in tutto questo, dove trovano posto i sentimenti e le emozioni? Questo modo di essere, non esclude tuttavia, una certa coerenza dell’uomo fino alla fine della storia, che è anche la sua caratteristica più intrigante.
“Straniero per gli uomini, straniero per l’universo” dunque, ma se fosse un capro espiatorio di una società che lo etichetta come straniero, mentre magari è solo un individuo che cerca, come si diceva, di dare significato alla propria vita e che possiede una coerenza di fondo?
Come vedete il punto interrogativo rimane, ma nella nostra discussione non rappresenta solo incertezza, piuttosto uno stimolo e uno spunto per allargare la visione delle cose.
Abbiamo incontrato Lo Straniero anche nel singolo d’esordio dei CURE, “Killing an Arab”, del 1980. “Posso girarmi e andare via, oppure posso sparare con la pistola, fissando il cielo, fissando il sole; qualunque cosa io abbia scelto, vale lo stesso: assolutamente niente”.

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