venerdì 28 ottobre 2011

La notte delle biblioteche

La scrittrice e storica americana Barbara Tuchman (1912-1989) pronunciò, anni fa, una frase quanto mai adatta a questo momento di difficoltà per la vita delle biblioteche italiane:
"Non c'è nulla che mi faccia sentir male come la porta chiusa di una biblioteca".
Raramente la porta della nostra biblioteca è chiusa. Ma è così grazie a un'amministrazione che finora ha sempre creduto ai vantaggi di quest'istituzione culturale sul territorio, e grazie alla prudenza con la quale si gestiscono le risorse.
I tagli continui e frequenti ai bilanci e al personale stanno mettendo in ginocchio la maggior parte delle biblioteche italiane. Le conseguenze sono: meno acquisti, poche attività collaterali e riduzione drastica dell'orario di apertura.
Invece di "dare luce" alla cultura, la si "oscura". Ecco perchè diverse associazioni legate al mondo del libro hanno lanciato un appello dal titolo "La notte delle biblioteche" dove si dà l'allarme sulla situazione gravissima nella quale versano le biblioteche italiane, e si fa il (triste) confronto con altri stati civilizzati del mondo.
E' rivolto a tutta la società, richiede due minuti di tempo e una firma di sostegno (per chi vuole).

"Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi di democrazia e di libertà".

Diamoci da fare perchè non sia così.

(in figura, biblioteca comunale di Kansas City)

4 commenti:

  1. Non potrei vivere nel mio Comune senza la sua meravigliosa biblioteca, senza la gentilezza e la disponibilità di chi la gestisce! Chiudiamo piuttosto la bocca a quanti considerano la cultura superflua. In questo periodo decisamente buio cosituisce davvero un'ancora di salvezza....GRAZIE Sara

    RispondiElimina
  2. Sarebbe bello che chi passa da queste parti lasciasse un contributo su come ha iniziato a frequentare le biblioteche e perchè; personalmente ho cominciato una dozzina di anni fa, a Carbonera, grazie ad una persona cara, non certo alla scuola, poi ho fatto il volontario alla Bibliotequa del commercio equo e solidale a Treviso, quindi trasferitomi a Breda ho preso d'assalto la "locale sezione", che mi ha subito attirato per l'ampia offerta, anche di film, e per la simpatia delle "bibliogirls" locali, ma soprattutto per l'atmosfera accogliente; sentirsi a proprio agio è importante, in certe biblio ti rendi conto appena entri che è meglio "sloggiare in fretta"...comunque credo che la biblioteca sia un'istituzione fondamentale per la sua offerta gratuita di conoscenza e l'opportunità di partecipare anche direttamente alla sua diffusione e a far crescere in qualche modo la società, nel nostro piccolo. E' bello poter dire "la nostra" biblioteca...resistere, resistere, resistere!
    Christian S.

    RispondiElimina
  3. Sono entrata nella prima biblioteca della mia vita a 11 anni, con una mia compagna di classe, inizialmente ci accompagnava in macchina sua mamma, dopo di che, percorrevo i 5 km in bicicletta, in qualsiasi stagione, pur di andarci. Alla lunga gli scaffali con la letteratura per ragazzi li conoscevo a memoria. Era una seconda casa per me, e anche io sono d'accordo con il fatto che, entrando in una biblioteca, è importante percepire un ambiente familiare, poter vagare indisturbati tra gli scaffali, prendere in mano i libri e poi portarseli a casa, come un bottino preziosissimo. Un grazie alle persone che si occupano della biblioteca di Breda, per la passione che ci mettete. A presto :)

    RispondiElimina
  4. Pensavo che sarebbe bello creare subito un post...apPOSTa per questo :-)
    Nel post potrebbero essere inseriti questi due (bellissimi) commenti come "esempi". Quelli che seguiranno saranno così calati in un contesto "ad hoc" - e potranno godere così di più visibilità.
    Una sorta di collezione di ricordi :-)

    RispondiElimina