Il libro letto e raccontato è "Dieci piccoli indiani" di Agatha Christie.
In realtà, siamo tutti assassini, SONO
tutti assassini.
Ma io, dopotutto, chi sono? Sono tra
loro? Sono nascosto? Sarebbe troppo facile per voi saperlo. Mi
togliereste subito di mezzo, così che non possa più morire nessuno.
Come la sentite, la mia voce? Calda?
Gutturale? Suadente? So cosa pensate di me: sono spregevole. Un
verme. Un mostro. Però ve lo ripeto: qui sull'isola sono tutti
assassini, tutti hanno compiuto un omicidio, quindi lo sono tutti.
Passiamo ora al mio piano. Volete che
ve lo racconti? Vi accennerò a qualcosa, non posso mica svelarvi
tutto. L'ho pensato a meraviglia (non dite che non è vero!) e pure
con ironia, a partire dal biglietto che li ha fatti approdare qui. Si
sono bevuti tutti la storia del cordiale invito a trascorrere del
tempo a Nigger Island.
Per non parlare della filastrocca che
ho appeso in camera di ciascuno. Ahah! Di “Dieci piccoli negretti”
non ne rimane nemmeno uno! Una canzonetta così simpatica e così
macabra al tempo stesso, perché è così che piace a me. Ho voluto
condire tutto con l'ironia per divertirmi di più.
Mi fa ridere il modo in cui portano
avanti le indagini. C'è chi pensa di aver scovato il colpevole, c'è
chi ha paura e basta, vorrebbe solo andarsene dall'isola. Delle due
categorie, la prima è la peggiore. Illusi. Non sono poi così bravi
e poi so che, in fondo, hanno paura pure loro, solo che non lo
vogliono ammettere. Pensano di poter salvare qualche vita. La loro
prima di tutto, e a lungo andare solo quella, brutti infami. Il fatto
è che non sono abbastanza scaltri da riuscire a cambiare il destino
svelato dalla filastrocca.
Su, ora ditemi contro puntereste il
dito. Su una signora? Non ditemi che le avete scartate subito, solo
perché sono donne. Eppure potrei proprio essere Vera, o la signorina
Brent. Chi lo sa. E tra gli altri? Qualcuno sembra troppo impulsivo.
Forse avete escluso anche lui, perché sapete che trovare il
colpevole non è poi così semplice. E scommetto che non pensate
nemmeno che l'organizzatore di tutto ciò sia assolutamente esterno
alla vicenda. Potrebbe anche darsi. A meno che non crediate che possa
esserci una forza sovrannaturale dietro a questa carneficina: io
potrei benissimo essere uno spirito o chissà cosa.
Ad ogni modo, non mi scoprirete mai
senza leggere “Dieci Piccoli Indiani”.
Sarò anche poco modesto, ma Agatha
Christie non aveva mai inventato un personaggio come me. Sono il più
scaltro, il più macabro, il più vendicativo tra tutti. Gli altri
romanzi della scrittrice britannica, pur essendo oltremodo
rispettabili e affascinanti, non valgono quanto “Dieci Piccoli
indiani”.
So che avete questo romanzo nelle
vostre librerie, pieno di polvere ormai perché non avete mai avuto
il coraggio di leggerlo. Avete ragione: è un romanzo del terrore e
non dormirete per notti e notti dopo averlo letto. Io sarò il vostro
incubo, non ha importanza se io sia o meno un personaggio inventato.
Non date importanza alla paura.
Scopritemi.
Ottima recensione, brava!
RispondiEliminadevo dire che questa recensione mi piace perchè è andata oltre un semplice commento al libro, qui il protagonista esce fuori, "prende per il bavero" il potenziale lettore e lo coinvolge, in maniera originale ed efficace. la recensione diventa un racconto essa stessa, piacevole da leggere, grazie!
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