Marta Neso ha scritto la buona recensione di "Le voci del bosco" di Mauro Corona, risultata prima nella categoria dai 21 anni in poi del Concorso "Letture in ConCorso", la cui premiazione si è svolta lo scorso martedì. La riportiamo qui:
Per leggere un libro di
Mauro Corona, bisogna mettersi comodi, tenere gli occhi aperti quel
tanto che basta per riuscire a vedere le parole, e poi farsi
coinvolgere e trascinare dalle emozioni e dalle sensazioni. Mauro
Corona non usa la penna per scrivere, ma una bacchetta magica che ti
porta in altri mondi, che sia all’interno di un bosco o a passeggio
tra le vecchie mura di Erto, a conoscere e scoprire storie racchiuse
tra le vecchie mura delle case o tra le fronde degli alberi.
E leggendo il libro “Le
voci del bosco” sembra di stare nel bosco, riuscire quasi ad
intravedere l’eleganza della betulla che piega le sue fronde al
vento senza spezzarsi, o scorgere solitario il vecchio saggio del
bosco, l’abete bianco.
Voci di Bosco è un
racconto all’apparenza semplice, un succedersi di descrizioni delle
varie piante che abitano il bosco, degli usi che una volta si
facevano dei vari alberi; un susseguirsi di ricordi legati
all’infanzia di Corona, al suo passeggiare nei boschi soprattutto
con il nonno, dal quale ha imparato l’importanza di ogni singolo
albero. E’ la descrizione delle varie “personalità” che
abitano il bosco, ognuna delle quali con una sua funzione, un suo
scopo. Un tempo si viveva immersi nella natura, con i suoi ritmi e
tempi; si viveva nel bosco e con il bosco: la bravura e capacità
dell’uomo era saper scegliere l’albero giusto in base alle
necessità e non pretendere che gli alberi si adattassero ai capricci
umani. Come ben descrive Corona ogni tipo di albero prevedeva un
impiego particolare, specifico al suo tipo di legno, che richiedeva
anche una particolare lavorazione diversa da albero ad albero.
E, come il bosco è
abitato da varie personalità differenti tra loro, a volte
complementari, a volte troppo diverse ma ugualmente capaci di
convivere, così dovrebbero essere le nostre comunità: un insieme di
varie persone, diverse o forse uguali, che abitano gli stessi
palazzi, le stesse vie, frequentano gli stessi luoghi, rispettandosi
e apprezzando ognuno le diversità dell’altro.
Così dal bosco, a ben
guardare, potremmo imparare ancora molto: a stimare e rispettare gli
altri per quel che sono, e anziché cercare di cambiarli a nostro
piacimento, provare ad apprezzare e scoprire le qualità che ognuno
certamente racchiude. Accettare ognuno per quel che è e non per
quello che noi vorremmo diventasse. Accettare noi stessi per quel che
siamo, e non provare a cambiare la nostra natura solo per cercare di
piacere agli altri.
Vorrei sapere un vostro parere sui libri di Corona.Lo so che hanno un grande successo,ma non ne capisco il perchè.Ho letto numerosi suoi libri,non mi piacciono,perchè molto spesso hanno mi danno l' idea del non intenditore dei boschi.Nella copertina di "Profumo di resina "c'è un albero che non ha resina,un errore madornale.Ora mi aspetto tutti le critiche a questo amato autore,molto inflazionato.La sua mise poi,non mi piace per nulla.Ma dai Corona ,fai l'autore serio,non il rozzo boscaiolo .
RispondiEliminaUna corregionale
Gentile corregionale,
RispondiEliminagrazie per questo commento.
La biblioteca ha voluto solo dare visibilità a questa recensione, che è stata premiata per la semplicità di esposizione e non per il giudizio dato al libro.
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