mercoledì 3 luglio 2013

La mia prima volta (in bicicletta)


Foto di Flickr, di libero utilizzo
Proseguiamo oggi con la pubblicazione dei ricordi personali di alcuni lettori del nostro Gruppo "Voci di Carta", letti lo scorso giovedì, in occasione della serata "Pedalando tra le pagine", dedicata alla bicicletta. Quello che segue è il brano di Monia Dal Gallo.






VAI !VAI! VAI! 

Ce l’ho fatta!
Sono grande!
Pedalo da sola!
Niente più rotelle!Niente più aiuti!
Solo io e la mia bicicletta!
Posso farcela
Posso continuare a pedalare,
Sentire ancora la brezza tra i capelli
Assaporare questo senso di libertà
Di vittoria…

ATTENTA!

L’asfalto,
Il ginocchio che duole
La bici accartocciata
Una lacrima
E poi…
Via!
Di nuovo
In sella
Perché …
Io
Ce la posso fare!
E′ la mia prima grande sfida
E
Io
La vincerò!

sabato 29 giugno 2013

Ancora in bicicletta... ricordando Margherita

Durante la serata "Pedalando tra le pagine" a cura del Gruppo "Voci di Carta" della Biblioteca, non è stato proposto alcun brano tratto da "La mia vita in bicicletta" di Margherita Hack.
La grande astrofisica ci ha lasciato proprio oggi, dopo aver dato numerosissimi contributi alla scienza, alla letteratura e, in generale, alla cultura.
Cerchiamo di rimediare invitandovi a guardare il video qui sotto e a visitare la pagina che Rai Educational ha dedicato alla grande astrofisica.


Margherita Hack possedeva una biblioteca di più di 20.000 libri, che rimarrà al Comune di Trieste.
L'augurio è che questo fondo importante e singolare sia curato e messo a disposizione di chiunque scruti il cielo con la speranza di vedere la luce in questo periodo buio.


"Pedalando tra le pagine": abbiamo letto, ma anche scritto...

Giovedì scorso, con un'ottima presenza di pubblico, in villa Olivi, si è svolto l'incontro "Pedalando tra le pagine", a cura del nostro Gruppo "Voci di carta".
Si è trattato di una serata dedicata a un mezzo a due ruote caro a molti di noi: la bicicletta.
Il Gruppo aveva selezionato già da tempo alcuni brani da proporre ai presenti. Ha deciso però di aggiungere a questi qualche contributo personale. Tre lettori (tra i dieci che sono saliti sul palco) hanno scritto il loro personale ricordo sulla bicicletta, e l' hanno condiviso con il pubblico.
Per fare in modo che la condivisione sia ancora più ampia, pubblicheremo i tre brani nel nostro blog!
Oggi proponiamo la poesia di Debora Cepollaro.


"Quella piccola bici"
Riaffiora dai ricordi
Degli  anni ancora acerbi
quella piccola bici
e … sembra ieri
quando per l’ultima volta
l’ho lasciata sull’atrio di casa
in un tardo pomeriggio d’estate.
Fedele compagna di giochi
e gioco essa stessa
di quella parte più bella di vita!
Sui suoi pedali han corso veloci
i miei piccoli piedi
assieme ai sogni innocenti
e ai pensieri distratti.
Bambina su lei volavo leggera,
la salita non costava fatica
e la discesa, felice,
durava appena il tempo d’un sorriso
Tenere immagini
di un mondo solo mio;
lì  gli occhi
inconsapevoli
guardavano lontano
dove a breve sarebbe nata
l’alba ansiosa e incerta
dei miei domani

martedì 25 giugno 2013

Donare libri: qualche precisazione


In questo periodo, complici forse le pulizie stagionali e la fine della scuola, molte persone arrivano in biblioteca con borse piene di libri, e ce le offrono in dono.
Ci sembra quindi necessario un chiarimento sulle donazioni.
I nostri scaffali hanno una superficie limitata: ogni anno procediamo già all’eliminazione di parecchi documenti, sia perché alcuni sono ormai obsoleti (soprattutto negli scaffali della saggistica!), sia per evidenti questioni di spazio.
Non ci è quindi possibile accettare lasciti corposi, creare fondi particolari, né accettare qualsiasi libro pervenga.
Consigliamo di accordarsi sempre con le bibliotecarie.
Chiediamo ai lettori di evitare di portare, in ogni caso: vecchie enciclopedie o vocabolari, opere scientifiche, sociologiche, economiche, mediche molto datate; libri mal tenuti o di contenuto ampiamente superato. Vanno purtroppo eliminati a priori. 
Sappiamo che ai lettori “piange il cuore” nel buttare via volumi storici o che sono costati molto, ma “piange il cuore” anche alle bibliotecarie, che sono spesso costrette a praticare l’eutanasia a queste opere, ormai giunte alla fine della loro vita!
Un consiglio? Quando donate dei libri, chiedetevi sempre: questo libro potrebbe davvero servire ancora a qualcuno? Un eventuale lettore ci troverà dentro informazioni aggiornate? E’ un’opera ancora utile/leggibile/sfogliabile? Se la risposta è no, provate a praticare voi l’eutanasia al libro in questione, e ricordate che non scomparirà dalla faccia della Terra, perché sicuramente qualche biblioteca, in Italia o nel Mondo, continuerà a conservarlo.

domenica 16 giugno 2013

In biblioteca

Decido di ingannare il tempo, in attesa che faccia sera, in biblioteca. Mi sono informato in anticipo su quali biblioteche ci sono nella zona di Takamatsu. È da quando ero piccolo che ho questa abitudine di ammazzare il tempo in biblioteca. Per un bambino che non vuole tornare a casa, non ci sono molti posti dove recarsi. Da solo non può andare nei caffè e neanche al cinema. Restano soltanto le biblioteche. Non si paga il biglietto d'ingresso, e nessuno ha niente da dire se ci entra un bambino non accompagnato. Puoi sederti e leggere tutti i libri che ti pare. Quando tornavo da scuola, andavo sempre in bicicletta fino alla biblioteca del quartiere. Anche nei giorni di vacanza trascorrevo lì da solo molto tempo. Leggevo tutto quello che mi capitava sottomano, romanzi, biografie, storia. Una volta letti tutti i libri per bambini, cambiai di scaffale e passai a quelli per adulti. Leggevo anche quelli che non capivo bene, dalla prima all'ultima pagina. Quando mi stancavo di leggere, mi sedevo in una cabina fornita di cuffie e ascoltavo i dischi. Non avendo nessuna conoscenza di musica, ascoltavo metodicamente partendo da destra, tutto quello che trovavo. È stato così che ho scoperto Duke Ellington, i Beatles e i Led Zeppelin.
La biblioteca era per me come una seconda casa. O forse sarebbe meglio dire che la biblioteca era la mia vera casa. A forza di frequentarla ogni giorno, conoscevo di vista le impiegate. Loro avevano imparato il mio nome, e quando mi vedevano mi salutavano e mi rivolgevano parole gentili (alle quali non sapevo rispondere, essendo di una timidezza patologica).

Tratto da "Kafka sulla spiaggia", di Murakami Haruki (Einaudi).

Paolo (Gruppo Lettura)

mercoledì 12 giugno 2013

Sotto le stelle... in villa (edizione 2013)

Anche quest'anno l'Assessorato alla cultura e la Biblioteca di Breda organizzano la rassegna "Sotto le stelle... in villa". Comprenderà tre incontri, che si terranno rispettivamente giovedì 27 giugno, giovedì 4 e giovedì 11 luglio alle ore 21 in Villa Olivi.


La prima iniziativa è una serata di suggestioni legate alla bicicletta, realizzata dal Gruppo "Voci di carta". Attraverso parole, musiche, immagini si farà omaggio al mezzo a due ruote. Il tempo passerà in fretta perchè ci saranno momenti poetici, ma anche attimi intensi e divertenti.
Visto che ognuno di noi ha un aneddoto legato alla bici, il Gruppo invita la popolazione a inviare alla biblioteca entro il 22 giugno i propri ricordi (scritti o illustrati -disegni o foto-): verranno messi in mostra e resi pubblici in quell'occasione. L'ingresso sarà libero e gratuito e al termine verrà offerto un piccolo rinfresco ai presenti. In caso di maltempo, appuntamento in sala consiliare.

La seconda iniziativa è ormai una consuetudine: si tratta del concerto di due gruppi dell'Istituto musicale "Maurice Ravel". Quest'anno è la volta del Ravel Drums & Percussions, diretto da Elisa Biasotto e dell'Ensemble Ravel, diretto da Elena Menegaldo. E' un piacere poter ascoltare questi ragazzi, che stanno crescendo musicalmente e che regalano sempre concerti emozionanti e ricchi di contenuto. L'ingresso è libero e gratuito. In caso di maltempo, l'appuntamento è in palestra a Saletto.

La terza iniziativa rientra nel più ampio cartellone "Teatro in villa". Quello scelto è uno degli spettacoli più famosi del duo comico pordenonese "I Papu", che ha partecipato anche a programmi come "Zelig", "Quelli che il calcio" e "Coloradò Cafè live". Si preannuncia una grande serata, piena di risate in compagnia!! L'ingresso unico costa 7 euro, e in caso di maltempo ci sposteremo in palestra a Saletto. 

Vi aspettiamo numerosi!

 
   

venerdì 7 giugno 2013

Guido Sgardoli (visto da Fiorella)

Oggi pubblichiamo le impressioni di Fiorella (Terza A della scuola media "Galileo Galilei" di Breda), in merito allo scrittore Guido Sgardoli, incontrato assieme ai suoi compagni lo scorso 3 maggio.


Avreste mai detto che una persona si trovi a fare lo scrittore quasi per caso? Io no di certo, eppure è questo che è successo ad un importante scrittore italiano contemporaneo, Guido Sgardoli. Noi ragazzi di 3 media abbiamo avuto la meravigliosa possibilità di incontrarlo, di scoprire la sua storia e di riflettere con lui su questa bellissima passione: la lettura. Guido Sgardoli, autore non categorizzato, dal suo punto di vista, perché le sue storie non appartengono né a un genere letterario specifico né a una categoria di lettori, abita vicino a noi, a San Donà di Piave, ma viaggia molto, perché viaggiare è la sua seconda passione, che riesce a trasmettere anche nei suoi libri, ed è conosciuto in molti paesi grazie al suo grande talento. Fama iniziata quasi per caso. Da piccolo Guido non leggeva molto, se non i fumetti, e non si interessava molto al mondo dei romanzi e della lettura impegnata. Il suo ingresso vero e proprio nel mondo della lettura è avvenuto all’inizio della terza media. Durante l’estate aveva letto un libro che, a settembre, si era offerto di presentare alla classe, tranquillo del fatto che non gli sarebbe stato assegnato alcun voto. Ciò che l’ha cambiato per sempre però non è stata tanto la lettura del libro,  bensì ciò che è successo dopo, quel giorno a scuola. Aveva presentato la trama del libro perfettamente, e poi l’insegnante gli aveva chiesto : “Di cosa parla questo libro?”. Lui, preoccupato che la prof non avesse capito, le aveva rispiegato la trama, e lei tranquillamente le ha risposto “Sì, io la trama l’ho capita. Ma di che cosa parla questo libro?”. Lei voleva capire di che cosa PARLAVA il libro, non di che cosa “SCRIVEVA”. E’ stato grazie a questa ambigua domanda della prof. che Guido ha cambiato totalmente i suo punto di vista riguardo i libri. I libri hanno iniziato ad essere per lui qualcosa di più che semplici storie scritte su un foglio bianco uguali per tutti.  Da quel giorno si è “staccato” dalla trama, e ha scoperto l’altra parte dei libri, quella più bella, ossia ciò di cui un libro parla a Te, ciò che un libro Ti racconta, Ti dona. A te, e non necessariamente agli altri. Tutti i libri parlano, ma noi non siamo sempre chiamati ad ascoltarli. A volte non ci accorgiamo di quello che un libro ci sta dicendo perché non siamo nella condizione adatta, o più semplicemente perché quel libro non è “per noi”.   Non è vero che i libri sono noiosi. Dipende da quelli che troviamo. Se per esempio trovi un libro che “parla di te”, allora quel libro non ti annoia di sicuro. Se un libro ti piace, nella maggior parte dei casi, è perché parla di te. Ciò non significa che la storia che stai leggendo riguarda solo te, non c’è il tuo nome scritto tra le pagine di quel libro, ma può esserci semplicemente la tua storia, anzi: una storia uguale alla tua.  Le storie possono viaggiare nel tempo e nello spazio, ma rimanere invariate. Come ci ha consigliato Guido Sgardoli, noi ragazzi non dobbiamo leggere solo libri che parlano degli adolescenti d’oggi perché li sentiamo vicini. Tantissimi libri possono
Foto dal sito: http://www.festivaletteratura.it/
esserci molto più vicini di quanto noi non immaginiamo. Basta cambiare la trama, ma la storia, quella che parla a noi, di noi,  rimane sempre la stessa che sia ambientato nel medioevo, nel 1600 o nell’epoca preistorica. Ma allora, com’è che Guido Sgardoli è diventato uno scrittore? Quel giorno, così su due piedi? No, lui ha continuato i suoi studi, si è laureato, è diventato veterinario, dedicandosi però sempre molto alla lettura. Scriveva per sé, cercando di copiare i diversi modi di scrivere di diversi scrittori, o inventandosi semplici “storielle”. Solo dopo tanto tempo è emerso il suo grande talento. All’incirca una decina di anni fa si è iscritto a un concorso di scrittura, così per provare, quasi per gioco. Dopo aver vinto questo concorso ed aver vinto un premio in denaro, cosa che lui riteneva assurda perché trovava assurdo venir pagato per qualcosa che aveva fatto per divertimento, ha iniziato a pensare che, forse, avrebbe potuto provare a fare qualcosa di più.  E così ha iniziato a scrivere i suoi libri che, quando sono stati pubblicati, hanno avuto molto successo, sia in Italia che all’estero.  Ora come ora si ritrova ad essere scrittore di professione e a fare il veterinario come hobby. Scrittore, lui, lo è diventato così, facendo qualcosa che gli piaceva.
“Il bello di scrivere è non sapere come vanno a finire le storie, ma scoprirlo man mano che vengono scritte. Io infatti i libri li scrivo prima di tutto per me, la storia deve PARLARE a me. La scrivo e la leggo. Poi, quando la storia “incontra” una persona qualsiasi che non ha nulla in comune con me e rimane nel cuore e nella memoria di quella persona, è allora che il libro diventa un successo. Il vero successo per uno scrittore arriva quando un suo libro parla a qualcuno, se quel qualcuno si ricorderà di lui e della storia che racconta.” 
Noi ragazzi siamo stati davvero molto fortunati a conoscere Guido Sgardoli, una persona che con la sua semplicità e la sua schiettezza, ma soprattutto con le sue storie, riesce a parlare a migliaia di persone diverse in tutto il mondo. E allora, vista l’ esperienza di questo grande scrittore, quale può essere il segreto per diventare scrittori? “Bisogna scrivere per divertirsi, perché piace. Forse è questo il trucco, il segreto per diventare scrittori. E ovviamente, bisogna sempre seguire le strade blu nella nostra vita, le strade più anguste, forse più lunghe ma sicuramente migliori è più meritevoli. Bisogna sempre tentare e rischiare nella vita. Mai prendere le strade rosse per pigrizia o perché sono più facili e più sicure, sempre quelle blu. Bisogna buttarsi per realizzare i propri sogni.”