sabato 29 giugno 2013

"Pedalando tra le pagine": abbiamo letto, ma anche scritto...

Giovedì scorso, con un'ottima presenza di pubblico, in villa Olivi, si è svolto l'incontro "Pedalando tra le pagine", a cura del nostro Gruppo "Voci di carta".
Si è trattato di una serata dedicata a un mezzo a due ruote caro a molti di noi: la bicicletta.
Il Gruppo aveva selezionato già da tempo alcuni brani da proporre ai presenti. Ha deciso però di aggiungere a questi qualche contributo personale. Tre lettori (tra i dieci che sono saliti sul palco) hanno scritto il loro personale ricordo sulla bicicletta, e l' hanno condiviso con il pubblico.
Per fare in modo che la condivisione sia ancora più ampia, pubblicheremo i tre brani nel nostro blog!
Oggi proponiamo la poesia di Debora Cepollaro.


"Quella piccola bici"
Riaffiora dai ricordi
Degli  anni ancora acerbi
quella piccola bici
e … sembra ieri
quando per l’ultima volta
l’ho lasciata sull’atrio di casa
in un tardo pomeriggio d’estate.
Fedele compagna di giochi
e gioco essa stessa
di quella parte più bella di vita!
Sui suoi pedali han corso veloci
i miei piccoli piedi
assieme ai sogni innocenti
e ai pensieri distratti.
Bambina su lei volavo leggera,
la salita non costava fatica
e la discesa, felice,
durava appena il tempo d’un sorriso
Tenere immagini
di un mondo solo mio;
lì  gli occhi
inconsapevoli
guardavano lontano
dove a breve sarebbe nata
l’alba ansiosa e incerta
dei miei domani

1 commento:

  1. Per quanto la mia voce non sia fuori dal coro, bensì "dentro" (sono membro del gruppo lettura, ho partecipato all'ultima iniziativa e ho anche scritto un brano che io stesso ho letto); per quanto, quindi, il mio giudizio non sia squisitamente oggettivo, non posso tacere l'ottima idea e quello che per me è stato un colpo di genio. Credo che il risultato finale sia stato ottimo. Per diverse ragioni:
    - la prima, perché ha dato la possibilità a delle persone che volevano confrontarsi con la scrittura di mettersi in gioco e osare;
    - la seconda, perché leggere un proprio brano ad alta voce non è facile: significa offrirlo al giudizio del pubblico e accettare anche la critica imprevista. L'atto di coraggio è, quindi, sintomo di una completa fiducia nel gruppo con cui si lavora, che ti supporta e ti sostiene un gesto di amore gratuito verso le persone che ascoltano;
    - la terza, perché sono state scritte cose molto belle (mi si escluda, per onestà di valutazione): vere, autentiche, profonde, “genuine”;
    - la quarta, the last but not the least, perché ognuno ha letto il proprio testo con … mi si consenta l’enfasi: verità. Si percepiva, almeno per me, la voglia e il piacere, l’entusiasmo e la grinta, l’orgoglio e la sagacia di leggere uno scritto di propria mano. Non un esercizio fine a se stesso, dunque, o un’esibizione meramente autoreferenziale: anche la lettura ne ha beneficiato e, si spera, anche il pubblico – e questo è il nostro scopo.

    Luca

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